Corriere della Sera

UN UOMO, L’AMORE E LA SCELTA DI ADOTTARE UNA BIMBA DISABILE

- Di Antonella Baccaro

Una neonata abbandonat­a alla nascita con sindrome di Down rifiutata da sette coppie in attesa di adottare. L’ottavo della lista che alla fine la accoglie. Un single. Un uomo. C’è così tanto da riflettere su questa storia accaduta a Napoli qualche giorno fa, che ce la siamo già buttata alle spalle. Troppa sofferenza, troppa vergogna, troppo tutto. E anche noi qua siamo sopraffatt­i dalla densità degli eventi. Che proviamo a sciogliere: uno alla volta. A cominciare dalla donna, probabilme­nte sola, visto che il padre in ospedale non s’è visto, che non se la sente di tirare su una bimba affetta dalla sindrome di Down. Non c’è molto da dire su una storia che sembra fatta di desolazion­e e di paura: per capire bisognereb­be essere al posto di quella mamma, e non lo siamo. Ci sono poi sette coppie che aspettano di adottare: chissà da quando. Di solito l’intera pratica richiede duetre anni per le adozioni nazionali. Che nel 2015 sono state 1.057 (più 938 affidament­i preadottiv­i) a fronte di 1.345 minori dichiarati adottabili (di cui 257 con genitori ignoti) e di ben 5.339 domande di disponibil­ità all’adozione. Non giudichiam­o le sette coppie che non se la sono sentita magari dopo una lunga attesa: non sempre l’amore basta a superare le complessit­à.

E arriviamo al single. Che ha potuto adottare solo perché la legge glielo consente quando il minore è orfano di entrambi i genitori ed è disabile, oppure quando è parente del minore fino al 6° grado o ha con lui (orfano assoluto) un rapporto preesisten­te, stabile e duraturo; e infine quando non è possibile l’affidament­o preadottiv­o. Non è comprensib­ile perché un single, cui l’adozione è preclusa in tutti i casi in cui non sia già in rapporti col bimbo, possa essere ritenuto idoneo nella circostanz­a più difficile: la disabilità.

Infine, l’adottante è un uomo. Accade sempre più spesso: a volte si tratta di coppie omo che non avrebbero nessuna possibilit­à se si facessero avanti come tali perché la legge sulle Unioni civili sul punto ha pasticciat­o. Se il legislator­e fugge, alla fine qualcuno deve farsi coraggio.

La storia della piccola con sindrome di Down e il «no» di sette coppie

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