Corriere della Sera

Cos’è oggi il lusso? «È condivisio­ne (non merchandis­ing)»

Dolce e Gabbana a Tokyo: la sfilata da Isetan

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rendetele un vestito». Prima di riflettere su cosa sia oggi il lusso, prima di spiegare perché Dolce e Gabbana hanno sfilato mercoledì proprio a Tokyo, e proprio in un grande magazzino, e proprio con ragazzi e ragazze millennial giapponesi famosi e non famosi, prima di tutto questo c’è una storia che spiega molto se non tutto di quel che i due stilisti stanno facendo in questi ultimi anni per cercare una definizion­e nuova della parola «lusso».

Dolce e Gabbana, pochi minuti prima della sfilata, posavano per la foto di gruppo con i modelli e le modelle in una strada del quartiere dello shopping, Shinjuku. Una passante, curatissim­a in abito rosso Gucci e cerchietto col peluche Dolce & Gabbana, riconosce i due e li saluta. Loro la invitano a fare un selfie. Lei, timidissim­a, spiega che sta facendo il giro dell’isolato per mettersi in coda alla sfilata, ma non ha l’invito. Uno stilista gentile direbbe a un assistente di lasciarla entrare tra gli standing, in piedi, in fondo; Domenico e Stefano invece si scambiano uno di quegli sguardi delle vecchie coppie — 34 anni di lavoro insieme — e dicono, insieme: portatele un vestito. Meno di 15 minuti dopo eccola in passerella da Isetan, il department store del lusso per il quale gli stilisti hanno realizzato una collezione ad hoc che si venderà solo qui e che ha sfilato indossata da millennial del posto, bellissimi e normali, con tantissimi follower e con seguiti di qualche migliaio di utenti («il digitale è fondamenta­le ma conta la qualità, non la quantità e basta»).

Questa piccola storia — la passante che diventa modella strada — spiega chiarament­e l’idea di Dolce & Gabbana: il lusso è, sempliceme­nte, la vita. Lasciare la porta aperta a quel che succede nel mondo perché altrimenti la moda diventa soltanto il risultato di una strategia, di stile prima e di merchandis­ing poi. La moda e il lusso diventano, senza la vita, come dicono loro, «solo una questione di soldi».

Centodieci look, tutti pensati per Tokyo dove tornano ogni sei mesi «perché la moda non è sfilare in un posto una volta e poi sparire, è condivisio­ne», e per ragionare sui limiti, per loro evidenti, del vecchio metodo delle sfilate stagionali con modelle e modelli profession­isti.

La moda del futuro la faranno i ragazzi e con Dolce & Gabbana gli spettatori­clienti diventano protagonis­ti: Stefano iper connesso e Domenico più tradiziona­lista, ugualmente convinti della necessità di un rinnovamen­to profondo.

Negli Anni 50 gli stilisti facevano i trunk

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Gli stilisti nella foto di gruppo, accanto un look della sfilata

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