Ti offendi se ti chiamano «woman»? Ecco perché sbagli
i offendi se ti chiamano «donna»? Negli Usa alcune sì. «Woman», dicono, contiene il suffisso «man», e l’idea che la donna derivi dall’uomo. Come «female», che contiene «male». All’armi! Il dizionario è sessista, cambiamo le parole. Citano, a riprova, un fattaccio dell’estate, quando il dizionario Collins rispose in modo conciliante a lui («le sue osservazioni saranno prese in considerazione») e altezzoso a lei a un uomo e una donna che s’interrogavano sul significato di «woman». Ma davvero il dizionario è misogino? Anni fa, incriminata era la parola «history». Contiene il possessivo «his», si sosteneva, cioè «di lui». A poco servì che gli etimologi facessero notare che così non era, che «history» deriva dal greco «istoría» (indagine) e con «his» non ha a che fare. La percezione è tutto, si disse, e allora «herstory», per una storia inclusiva delle donne. Concetto importante, ma oggi l’equivoco continua. Allo stesso modo, «woman» non deriva da «man» in quanto maschio. Nell’inglese antico, «man» era di genere neutro: voleva dire persona. La donna era «wifman», l’uomo «werman»: solo dopo il «wer» fu abbandonato. Altro equivoco è «female». Che viene dal latino «femina» e non ha la radice di «male» (latino, «masculus»). Nell’età delle fake news la verità diventa importantissima. Servono fonti affidabili e i dizionari lo sono. Certo, i lessicografi sono persone come noi, qualche sessista potrà capitare. Ma il dizionario riflette quello che noi usiamo. Non può non scrivere che «uomo» vuol dire anche «persona» se ancora viene usato come tale. Può e deve, invece, come già fatto con la definizione di matrimonio, ampliata per quelli gay, e l’appellativo neutro «Mx.», fare sforzi d’inclusione. «Femmina», nota il blog DoubleX, è ancora «sesso che produce uova e partorisce», che esclude le trans. Ci arriveranno. Il linguaggio si evolve, i dizionari con esso.