Tajani contro Nouy: i burocrati non sostituiscano il Parlamento Ue
«Il parlamento europeo non può accettare che siano alcuni burocrati a sostituirsi alle scelte di competenza del Parlamento». Non poteva essere più netto il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, in merito alle nuove regole sul trattamento dei crediti in sofferenza (npl) delle banche proposte dalla Vigilanza Unica della Bce (Ssm) presieduta dalla francese Danièle Nouy. «Anche la necessaria riduzione degli npl deve avvenire in modo equilibrato per non acuire le difficoltà delle banche e non risultare dannose alla crescita delle imprese e dell’economia». Le norme proposte dalla Bce «dovrebbero tener conto della necessaria flessibilità, del valore delle garanzie e degli sforzi già in essere delle banche», ha continuato Tajani che ha parlato ieri nella sede dell’Abi a Roma per una lectio magistralis. Le sue parole sono state accolte da un applauso dalla platea dei banchieri italiani, potenzialmente i più colpiti dalla nuova stretta di Nouy: la proposta è, da gennaio, di una svalutazione automatica dei crediti che passano in sofferenza al 100% del valore in massimi 7 anni, se garantiti, e in appena due anni, se non garantiti. Non solo l’Abi ma anche Confindustria, Rete Imprese, i sindacati, la politica (il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha parlato di «scelta folle e suicida») si sono schierati contro le regole in «consultazione» fino all’8 dicembre. Ma quella di Tajani potrebbe non restare solo una dichiarazione politica. Secondo fonti attendibili, non è escluso che il Parlamento di Bruxelles invii una lettera formale al presidente della Bce, Mario Draghi, per contestare allo Ssm il varo di quelle regole, che supererebbero il mandato affidato alla Vigilanza, entrando nelle competenze del legislatore. La lettera potrebbe preludere anche alla contestazione formale davanti alla Corte di Giustizia Ue. Il presidente della commissione affari economici a Bruxelles, Roberto Gualtieri, ha parlato di «forzatura» da parte di Nouy, che sarebbe andata oltre le indicazioni dell’Ecofin. «Valuteremo se, come sembra, si sia andati oltre le prerogative».