Stephen King e il figlio Owen Insieme in un libro e su «la Lettura»
Stephen King non ha bisogno di troppe presentazioni. I suoi romanzi — tra i più famosi Carrie (1974), Shining (1977) e It (1987) — lo hanno consacrato tra gli autori più letti al mondo. Il figlio Owen non ha raggiunto per ora la stessa fama. I due, Stephen e Owen King, sono protagonisti su «la Lettura» (in edicola questa settimana a 56 pagine anziché le consuete 48) di un’intervista di Matteo Persivale, nella quale raccontano come è nata l’idea di scrivere insieme il libro Sleeping Beauties (Sperling & Kupfer, pp. 672, 21,90), che uscirà in Italia il 21 novembre.
La paura è il tema chiave dell’opera di Stephen King. E ora tocca anche a voi: diteci sui social network (@La_Lettura su Twitter, @la_lettura su Instagram e @LaLetturaCorriere su Facebook), una vostra paura o un timore con l’hashtag #hopauradi.
Il rapporto genitore-figlio è uno dei fili conduttori del nuovo numero del supplemento (il #306), in vendita fino a sabato 14 ottobre. Il tema è al centro dell’intervista di Severino Colombo a Markus Zusak, l’autore australiano del bestseller Storia di una ladra di libri,
di nuovo in libreria dal 10 ottobre con A 15 anni sei troppo vecchio (Frassinelli, pp. 180, 14,90). Il protagonista è un quindicenne alle prese con i turbamenti dell’adolescenza e con il mondo circostante, tra cui quello familiare. La famiglia ritorna in un articolo di Franco Cordelli. Anche se in questo caso si tratta di un dramma. Cordelli si concentra sul romanzo Nell’ora violetta (Sellerio, pp. 232, 16) dello spagnolo Sergio del Molino, che ha perso il figlio a poco più di un anno di vita: è il racconto di una sofferenza divisa in 4 parti, costruite come se fossero 4 tempi musicali.
La fanciullezza, e i drammi a essa legati, sono il tema che ruota intorno a Bambinate (Einaudi, pp. 140, 16,50), il nuovo libro di Piergiorgio Paterlini, recensito su «la Lettura» da Ermanno Paccagnini. È ambientato tra gli anni Sessanta e Settanta e racconta il «venerdì di passione» di un orfano claudicante percosso da un gruppo di ragazzi nell’indifferenza degli adulti.
Figli che uccidono padri. Teresa Ciabatti si concentra sul volume di Eva Cantarella, Come uccidere il padre (Feltrinelli, pp. 144, 14), nel quale viene smontata la concezione secondo cui il parricidio sia una conseguenza della crisi familiare della contemporaneità. Per la storica succedeva già nell’antica Roma, quando i diritti dei genitori erano così assoluti che potevano incarcerare, picchiare e vendere la prole, causandone la ribellione.
Il rapporto genitori-figli è analizzato anche nei suoi risvolti più lievi. Costanza Rizzacasa d’Orsogna ha visitato gli studios di Burbank, in California, dove si lavora ai cartoni animati per bambini e adulti.
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