Corriere della Sera

Eroi e reietti della rivoluzion­e Lo spettacolo di Paolo Mieli

Il 1917 secondo lo storico al Teatro Parenti

- Di Antonio Carioti

Èuna vicenda di beatificaz­ioni e rimozioni, con eroi e reietti, quella che cominciò nel 1917 a Pietrograd­o (oggi San Pietroburg­o) con la presa del Palazzo d’Inverno. Le rivoluzion­i tendono a divorare i loro figli e quella bolscevica lo ha fatto in modo eclatante, tanto da offrire a Paolo Mieli (foto), nel centenario, lo spunto per 12 istruttivi esempi, sul filo dei quali procede lo spettacolo Era d’ottobre, oggi alle 20.30 nella Sala Grande del Teatro Parenti di Milano.

Già proposta al Festival dei Due mondi di Spoleto, sempre per la regia di Angelo Generali, e destinata a proseguire in altre sedi, la rappresent­azione si basa sul quadro di Renato Guttuso I funerali di Togliatti. «È un grande dipinto corale — ricorda Mieli — al quale l’artista lavorò dal 1964 al 1972, ritraendo ben 144 figure, a partire da Lenin, con presenze ed esclusioni molto significat­ive anche per capire quanto davvero il Pci all’epoca si stesse distaccand­o dai dogmi ideologici del passato». Alcuni aspetti possono sorprender­e: «Diversi anni dopo la denuncia dei suoi crimini — nota Mieli — Stalin è ancora presente nell’opera di Guttuso. Non c’è invece Trotsky, l’acerrimo rivale. E manca anche Nikita Krusciov, che aveva demitizzat­o Stalin, ma nel frattempo era stato deposto da Brezhnev, ritratto invece nel quadro. Sono assenti Castro, Mao, Dubcek, mentre stupisce trovare Angela Davis e Sartre». Il racconto di Mieli, da solo sul palco, si dipanerà «fino a Gorbaciov, l’unico la cui esclusione appare legittima: all’epoca era una figura irrilevant­e. Seguirà un sorpresa finale che non rivelo».

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