Eroi e reietti della rivoluzione Lo spettacolo di Paolo Mieli
Il 1917 secondo lo storico al Teatro Parenti
Èuna vicenda di beatificazioni e rimozioni, con eroi e reietti, quella che cominciò nel 1917 a Pietrogrado (oggi San Pietroburgo) con la presa del Palazzo d’Inverno. Le rivoluzioni tendono a divorare i loro figli e quella bolscevica lo ha fatto in modo eclatante, tanto da offrire a Paolo Mieli (foto), nel centenario, lo spunto per 12 istruttivi esempi, sul filo dei quali procede lo spettacolo Era d’ottobre, oggi alle 20.30 nella Sala Grande del Teatro Parenti di Milano.
Già proposta al Festival dei Due mondi di Spoleto, sempre per la regia di Angelo Generali, e destinata a proseguire in altre sedi, la rappresentazione si basa sul quadro di Renato Guttuso I funerali di Togliatti. «È un grande dipinto corale — ricorda Mieli — al quale l’artista lavorò dal 1964 al 1972, ritraendo ben 144 figure, a partire da Lenin, con presenze ed esclusioni molto significative anche per capire quanto davvero il Pci all’epoca si stesse distaccando dai dogmi ideologici del passato». Alcuni aspetti possono sorprendere: «Diversi anni dopo la denuncia dei suoi crimini — nota Mieli — Stalin è ancora presente nell’opera di Guttuso. Non c’è invece Trotsky, l’acerrimo rivale. E manca anche Nikita Krusciov, che aveva demitizzato Stalin, ma nel frattempo era stato deposto da Brezhnev, ritratto invece nel quadro. Sono assenti Castro, Mao, Dubcek, mentre stupisce trovare Angela Davis e Sartre». Il racconto di Mieli, da solo sul palco, si dipanerà «fino a Gorbaciov, l’unico la cui esclusione appare legittima: all’epoca era una figura irrilevante. Seguirà un sorpresa finale che non rivelo».