«Rigore nei programmi per raccontare l’identità del Paese»
«Inostri programmi offrono strumenti, non risposte»: è la sintesi del palinsesto di Rai Storia nelle parole di Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura, sotto il cui cappello rientrano Rai Storia, ma anche Rai 5, Rai Scuola, l’Orchestra Sinfonica Nazionale e le produzioni di prosa e musica colta per le reti generaliste.
Se si parla di Servizio pubblico non ci sono dubbi, qui non conta la quantità degli ascolti, ma la qualità dei prodotti. «Umberto Eco diceva che Rai Storia è il canale più bello di tutta la tv. Arbore lo descrive come un bene rifugio, uno di quei beni che hanno un valore intrinseco che non tramonta mai». Se la lettura della Storia è fatta di passato, ma anche di presente e di domande su come il passato ci ha reso quello che siamo, il canale 54 del digitale terrestre (805 su Sky) è il luogo di queste conoscenze.
«La scommessa è quella di raccontare l’identità del Paese in un periodo in cui abbiamo sempre meno tempo per munirci di strumenti per capire — spiega Calandrelli —. Abbiamo tante informazioni di superficie, ma poche che vanno in profondità, dobbiamo evitare che i pregiudizi diventino giudizi». Storia vuol dire anche attenzione al territorio: «Con Provincia Capitale (in onda anche su Rai3) Edoardo Camurri propone un viaggio nella provincia alla ricerca dell’idea di Paese, un tessuto fatto di storia, costumi e usi locali, un osservatorio privilegiato sul nostro territorio che con vizio tutto italiano non valorizziamo. Un percorso che affronta anche Italia: viaggio nella bellezza, uno sguardo attento e non distratto anche su piccole realtà, una luce di conoscenza sul patrimonio artistico italiano».
Poi c’è la Storia in senso stretto come Passato e presente (al via anche su Rai3 dal 9 ottobre) in cui Paolo Mieli guida lo spettatore a comprendere meglio l’oggi attraverso l’analisi dei fatti di ieri. Oppure a.C.d.C., dedicato alla Storia «non contemporanea», vale a dire dagli albori dell’umanità alle antiche civiltà, dal Medioevo al Rinascimento, fino al congresso di Vienna. «Tutti prodotti realizzati con grande rigore scientifico e attenzione critica. Il tratto distintivo del Servizio Pubblico è proprio questo: il patto di lealtà e fiducia che noi stringiamo con il telespettatore. Per questo dobbiamo sempre essere rigorosi e mai approssimativi».
Dal 13 ottobre arriva Famiglia – Famiglie, «un viaggio nei mutamenti sociali della famiglia, attraverso l’evoluzione del costume, del diritto e della figura femminile. Rivedere l’Italia di allora a confronto con quella di oggi è un efficace gioco narrativo per vedere come siamo cambiati».