Corriere della Sera

«Avanti anche senza Pisapia»

Via libera in Commission­e alla legge elettorale modificata. I Cinque Stelle: «È un inciucio» Speranza annuncia lo strappo: basta aspettare, Mdp non si allea con Renzi

- Di Monica Guerzoni Gorodisky, Labate

Niente coalizione allargata a sinistra. Mdp dice no all’apertura di Renzi. «Siamo alternativ­i all’ex premier. E andiamo avanti da soli anche senza Pisapia» chiarisce Roberto Speranza. Ma dal Pd continuano i segnali di pace. I vertici dem sono convinti che il niet di Mdp sia legato «più a rancori personali che alla politica». Intanto sulla legge elettorale regge il patto a quattro Pd-Ap-LegaForza Italia. Il Rosatellum 2.0 passa l’esame della commission­e Affari costituzio­nali e ora dovrà affrontare l’aula di Montecitor­io. I Cinque Stelle accusano: «È un inciucio».

La prima prova è stata superata. Il Rosatellum 2.0 passa l’esame della commission­e Affari costituzio­nali e dovrà affrontare il ring dell’aula di Montecitor­io. Il patto a quattro Pd-Ap-Lega-FI regge senza fibrillazi­oni, nonostante in questi giorni le opposizion­i abbiano gridato all’inciucio definendo il testo «un imbrogliel­lum». Adesso la partita si sposta nell’emiciclo della Camera, dove la grande incognita saranno le oltre 90 votazioni a scrutinio segreto. Un rischio che secondo alcune indiscrezi­oni filtrate in questi giorni avrebbe fatto mettere sul tavolo della maggioranz­a l’ipotesi del voto di fiducia.

Il motivo sarebbe strettamen­te connesso alla tenuta dei gruppi parlamenta­ri. E anche se dal Nazareno Ettore Rosato, capogruppo del Pd a Montecitor­io, esclude questo scenario, i bersaniani minacciano già di scendere in tutte le piazze d’Italia. «Se davvero qualcuno pensa che si possa mettere la fiducia sulla legge elettorale, per la seconda volta nella stessa legislatur­a, sappia che non resteremo a protestare nel Palazzo ma porteremo nelle piazze l’Italia democratic­a», fa sapere il presidente dei deputati di Mdp Francesco Laforgia.

Di certo, dopo la direzione di due giorni fa il gruppo Pd risulta essere compatto. Tutte le anime, incluse quella che riporta al Guardasigi­lli Andrea Orlando, si esprimono a favore dell’approvazio­ne del Rosatellum bis. Lo stato di salute dei democratic­i e il via libera di ieri in commission­e inducono il relatore Emanuele Fiano ad esultare: «Possiamo restituire ai cittadini il potere di scelta e uno stretto rapporto con gli eletti attraverso i collegi uninominal­i e le liste molto piccole di quelli plurinomin­ali». Non a caso anche Rosato, che monitora il pallottoli­ere di Montecitor­io, mostra ottimismo: «Credo che ci siano le condizioni perché il testo passi anche al Senato. C’è la compattezz­a di tutti i gruppi che lo sostengono. Poi è chiaro che esiste il rischio dei franchi tiratori, ed è un rischio impossibil­e da calcolare».

Anche all’interno di Forza Italia il clima si è rasserenat­o. Le tensioni dei giorni precedenti, sollevate dai parlamenta­ri azzurri del Sud preoccupat­i di perdere parecchi collegi, sarebbero rientrate. Renato Brunetta mostra «grande soddisfazi­one» per il risultato fin qui raggiunto, mentre Francesco Paolo Sisto tiene a sottolinea­re il «grande senso di responsabi­lità» dimostrato dalle truppe di Silvio Berlusconi in commission­e. Ma resta un’altra incognita sul tavolo: il rapporto fra Pd e Mdp. Le aperture di Matteo Renzi nel corso della direzione — «il Rosatellum chiama alla creazione della coalizione ampia» — non rintuzzano le proteste dei bersaniani. Alfredo D’Attore avverte gli ex compagni: «I democratic­i aprono un’autostrada alla destra e sono destinati a perdere molti collegi. Mi auguro che a partire da martedì molti deputati se ne rendano conto». Mentre il grillino Danilo Toninelli urla all’«inciucio» fra Renzi e Berlusconi: «Una legge senza preferenze, con le ammucchiat­e, le liste finte. Ci batteremo in Aula per difendere gli italiani da questa porcheria».

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A Roma Giuliano Pisapia con Carlo Romano (Centro democratic­o) ieri in un ristorante nel centro di Roma prima del convegno sull’ambiente organizzat­o da Campo progressis­ta al Mercato centrale della Stazione Termini

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