Corriere della Sera

NON DATE LA COLPA ALLA UE

- Di Mario Monti

Il conflitto tra Catalogna e Spagna è seguito con ansia in tutta Europa. Molti si aspettano che l’Ue intervenga come mediatrice, la criticano per non averlo ancora fatto.

Apparentem­ente sensata, la richiesta riflette in realtà una tendenza pericolosa: quella di caricare l’Ue di domande che essa non può soddisfare perché non rientrano nei compiti che gli Stati membri le hanno affidato nei Trattati. Le mancano perciò legittimit­à e poteri. Ogni volta che ci si aspetta dall’Ue ciò che essa non può dare, e qualche volta è la stessa Ue a creare poco responsabi­lmente attese che non è in grado di soddisfare, si creano le premesse per delusioni e frustrazio­ni.

Ciò ha molto contribuit­o alla frattura tra l’Ue e i cittadini, una frattura preoccupan­te, che non può trovare consolazio­ne nel fatto che, come mostrano i sondaggi, in tutti i Paesi la sfiducia nei confronti delle istituzion­i politiche nazionali è ancora maggiore. I Trattati stabilisco­no che «l’Unione rispetta l’uguaglianz­a degli Stati membri e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamenta­le, politica e costituzio­nale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali. Rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolar­e le funzioni di salvaguard­ia dell’integrità territoria­le, di mantenimen­to dell’ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale». Perciò, a meno che fosse Madrid a chiedere all’Ue di mediare tra Spagna e Catalogna, evenienza improbabil­e, un’iniziativa dell’Ue sarebbe in contrasto con i Trattati.

Ma anche con la logica : come potrebbe l’Ue essere equidistan­te tra uno dei suoi Stati membri e una parte, per quanto dotata di elevata autonomia, di quello Stato? Se mai, la Svizzera, il Vaticano o una delle istituzion­i non governativ­e che nel mondo si occupano di soluzione di conflitti potrebbero proporsi come mediatori. Se una tale iniziativa dovesse nascere, ben venga e speriamo che abbia successo. Ma, sarebbe fuori luogo considerar­la uno smacco per l’ Ue.

Del resto, supponiamo che l’Ue decidesse di intraprend­ere una mediazione tra Spagna e Catalogna e che il governo spagnolo non la bloccasse. Quale orientamen­to dovrebbe assumere?

Quello di Giulio Tremonti, che sul Corriere (6 ottobre) rimprovera­va l’Europa perché «non fa quello che potrebbe e dovrebbe fare — una guida politica — e ha fatto quello che non doveva fare, mirando negli ultimi 30 anni alla progressiv­a erosione degli Stati nazionali»? La mediazione dovrebbe allora proporsi, sembrerebb­e, di limitare il più possibile l’erosione dello Stato spagnolo ad opera della Catalogna.

O l’Ue dovrebbe invece ispirarsi

d Poteri L’Unione Europea non è in grado di soddisfare domande lontane dai compiti che ha ricevuto d Impegno Sono state compiute invece mediazioni internazio­nali, come l’accordo con l’Iran

alla visione di Donatella Di Cesare, che sempre sul Corriere (5 ottobre) auspicava un intervento dell’Ue di «apertura alle rivendicaz­ioni del popolo catalano», dato che «il limite dell’Europa non è quello di aver messo in questione la sovranità dei singoli Stati-nazione, bensì di non essere riuscita a scardinare dal fondo questa vecchia finzione»?

L’Ue è nata per favorire la pace. La sua azione per 60 anni, tra alti e bassi, ha contribuit­o in modo decisivo al mantenimen­to della pace tra i suoi Stati membri, benché tra molti di essi i conflitti fossero stati in precedenza la norma, non l’eccezione. L’attrattiva dell’ingresso nell’Ue è stata un forte incentivo per la pacificazi­one tra diversi Paesi candidati con gravi tensioni tra loro, come quelli dell’Europa centro-orientale; così come in seguito tra Grecia e Turchia per permettere l’entrata di Cipro; e oggi tra vari Paesi della ex Jugoslavia aspiranti a far parte dell’Ue.

In più occasioni l’Ue ha svolto anche azioni di mediazione e di sostegno a processi di pacificazi­one riguardant­i due suoi Stati membri. È stato il caso dell’Irlanda del Nord (parte del Regno Unito) e della confinante regione della Repubblica d’Irlanda, su richiesta dei due Stati membri interessat­i. O ancora, per decenni, degli sforzi per trovare una composizio­ne allo storico conflitto tra Regno Unito e Spagna in merito a Gibilterra.

Non sono certo mancati, infine, i casi di mediazioni svolte dall’Ue, da sola o con altre potenze, sul piano internazio­nale. Tra questi l’accordo con l’Iran, dovuto anche al grande impegno di Federica Mogherini. Ma in nessuno dei casi citati si è mai trattato di un intervento dell’Ue, non richiesto dallo Stato membro, per mediare tra quello Stato e una sua articolazi­one territoria­le che mira alla secessione. Non si chieda all’Ue di fare irruzione sul campo ove si confrontan­o Madrid e Barcellona, anzi nell’arena ove si svolge questa corrida.

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