NON DATE LA COLPA ALLA UE
Il conflitto tra Catalogna e Spagna è seguito con ansia in tutta Europa. Molti si aspettano che l’Ue intervenga come mediatrice, la criticano per non averlo ancora fatto.
Apparentemente sensata, la richiesta riflette in realtà una tendenza pericolosa: quella di caricare l’Ue di domande che essa non può soddisfare perché non rientrano nei compiti che gli Stati membri le hanno affidato nei Trattati. Le mancano perciò legittimità e poteri. Ogni volta che ci si aspetta dall’Ue ciò che essa non può dare, e qualche volta è la stessa Ue a creare poco responsabilmente attese che non è in grado di soddisfare, si creano le premesse per delusioni e frustrazioni.
Ciò ha molto contribuito alla frattura tra l’Ue e i cittadini, una frattura preoccupante, che non può trovare consolazione nel fatto che, come mostrano i sondaggi, in tutti i Paesi la sfiducia nei confronti delle istituzioni politiche nazionali è ancora maggiore. I Trattati stabiliscono che «l’Unione rispetta l’uguaglianza degli Stati membri e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali. Rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolare le funzioni di salvaguardia dell’integrità territoriale, di mantenimento dell’ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale». Perciò, a meno che fosse Madrid a chiedere all’Ue di mediare tra Spagna e Catalogna, evenienza improbabile, un’iniziativa dell’Ue sarebbe in contrasto con i Trattati.
Ma anche con la logica : come potrebbe l’Ue essere equidistante tra uno dei suoi Stati membri e una parte, per quanto dotata di elevata autonomia, di quello Stato? Se mai, la Svizzera, il Vaticano o una delle istituzioni non governative che nel mondo si occupano di soluzione di conflitti potrebbero proporsi come mediatori. Se una tale iniziativa dovesse nascere, ben venga e speriamo che abbia successo. Ma, sarebbe fuori luogo considerarla uno smacco per l’ Ue.
Del resto, supponiamo che l’Ue decidesse di intraprendere una mediazione tra Spagna e Catalogna e che il governo spagnolo non la bloccasse. Quale orientamento dovrebbe assumere?
Quello di Giulio Tremonti, che sul Corriere (6 ottobre) rimproverava l’Europa perché «non fa quello che potrebbe e dovrebbe fare — una guida politica — e ha fatto quello che non doveva fare, mirando negli ultimi 30 anni alla progressiva erosione degli Stati nazionali»? La mediazione dovrebbe allora proporsi, sembrerebbe, di limitare il più possibile l’erosione dello Stato spagnolo ad opera della Catalogna.
O l’Ue dovrebbe invece ispirarsi
d Poteri L’Unione Europea non è in grado di soddisfare domande lontane dai compiti che ha ricevuto d Impegno Sono state compiute invece mediazioni internazionali, come l’accordo con l’Iran
alla visione di Donatella Di Cesare, che sempre sul Corriere (5 ottobre) auspicava un intervento dell’Ue di «apertura alle rivendicazioni del popolo catalano», dato che «il limite dell’Europa non è quello di aver messo in questione la sovranità dei singoli Stati-nazione, bensì di non essere riuscita a scardinare dal fondo questa vecchia finzione»?
L’Ue è nata per favorire la pace. La sua azione per 60 anni, tra alti e bassi, ha contribuito in modo decisivo al mantenimento della pace tra i suoi Stati membri, benché tra molti di essi i conflitti fossero stati in precedenza la norma, non l’eccezione. L’attrattiva dell’ingresso nell’Ue è stata un forte incentivo per la pacificazione tra diversi Paesi candidati con gravi tensioni tra loro, come quelli dell’Europa centro-orientale; così come in seguito tra Grecia e Turchia per permettere l’entrata di Cipro; e oggi tra vari Paesi della ex Jugoslavia aspiranti a far parte dell’Ue.
In più occasioni l’Ue ha svolto anche azioni di mediazione e di sostegno a processi di pacificazione riguardanti due suoi Stati membri. È stato il caso dell’Irlanda del Nord (parte del Regno Unito) e della confinante regione della Repubblica d’Irlanda, su richiesta dei due Stati membri interessati. O ancora, per decenni, degli sforzi per trovare una composizione allo storico conflitto tra Regno Unito e Spagna in merito a Gibilterra.
Non sono certo mancati, infine, i casi di mediazioni svolte dall’Ue, da sola o con altre potenze, sul piano internazionale. Tra questi l’accordo con l’Iran, dovuto anche al grande impegno di Federica Mogherini. Ma in nessuno dei casi citati si è mai trattato di un intervento dell’Ue, non richiesto dallo Stato membro, per mediare tra quello Stato e una sua articolazione territoriale che mira alla secessione. Non si chieda all’Ue di fare irruzione sul campo ove si confrontano Madrid e Barcellona, anzi nell’arena ove si svolge questa corrida.