Il team dei ragazzi che crea start up per tutelare i monti
Hanno in media 27 anni e progettano start up per dare nuova vita ai monti Sono una delle storie di «Buone Notizie»
Che cosa c’è in comune tra un piemontese di 24 anni che vuol prendere dei container e portarli su per le montagne trasformati in «camere d’albergo» mobili ed ecosostenibili; un pianista con le «ossa di cristallo» divenuto un gigante del jazz malgrado fosse quasi più basso della tastiera del suo grancoda; e una domanda tipo questa: «Come verranno tassate le attività svolte dalle onlus e dalle organizzazioni di volontariato?».
Forse un primo denominatore comune è la parola «positività». Il secondo è che queste sono solo tre fra le cose che troverete nel nuovo numero di Buone Notizie - L’impresa del bene, il settimanale in edicola gratuitamente dopodomani come ogni martedì con il Corriere della Sera: ancora 36 pagine per raccontare non solo il mondo del Terzo settore — associazioni, imprese e singole persone impegnate a vario titolo sul fronte sociale — ma più in generale, diciamo così, le «cose che funzionano». Pur riservando ogni settimana, e ci mancherebbe, uno spazio come quello intitolato Male Nostrum per l’analisi di almeno una cosa che «potrebbe funzionare meglio».
La storia di copertina per esempio parla di gente che funziona eccome. Sono «I ragazzi delle start up che salvano le montagne»: con progetti di artigianato, di salvaguardia ambientale, di gestione turistica, dalla Spa in mezzo al bosco alle app per mettere in Rete l’enogastronomia e gli impianti invernali, il tutto dopo aver risposto alla chiamata di «ReStartAlp», il piano promosso e finanziato dalle fondazioni Edoardo Garrone e Cariplo che vede coinvolti appunto 10 ragazzi e 3 ragazze con un’età media di 27 anni e una comune volontà di difendere la natura «coi fatti — scrive Maurizio Donelli — e non solo con le chiacchiere». Ora — dice Alessandro Garrone, presidente della Fondazione intitolata a Edoardo — bisogna trasformare gli esperimenti in modelli replicabili.
Modelli che sono solo una minima parte della galassia interessata dalla riforma del Terzo settore divenuta legge con nuove regole su molti fronti, a cominciare da quello fiscale: è questa l’inchiesta di martedì, con dieci domande come quella riportata qui in apertura, a cui Buone Notizie risponde con Gabriele Sepio, consulente del ministero del Lavoro nonché coordinatore in prima persona proprio dell’aspetto tributario della riforma.
E poi le segnalazioni di voi lettori, sempre più numerose, per le quali vi rinnoviamo l’invito a scriverci: con comprensione (grazie ancora per la pazienza) se le risposte dovessero arrivarvi con qualche ritardo dovuto appunto alla mole della corrispondenza. Ogni vostra storia può diventare esempio. Come quella di Alessio Boni, impegnato nel volontariato da quasi vent’anni.
E proprio perché di esempi non si finirà mai di aver bisogno Buone Notizie ha deciso di ripercorre con la penna di Gian Antonio Stella — lasciata qui per ultima perché è un bel finale, ma sarà nelle pagine 6 e 7 del settimanale — la straordinaria esperienza artistica e umana di Michel Petrucciani, il jazzista scomparso a 36 anni nel 1999 dopo aver sfidato a colpi di musica fino al suo ultimo giorno di vita la dolorosissima forma di osteogenesi con cui era nato. «Quando suono — disse una volta — suono col mio cuore, la mia testa e il mio spirito: così sono io, mi piace creare risate ed emozioni. Questo è il mio modo di lavorare».