Corriere della Sera

Il segretario pd: non abbiamo nemici E con i suoi insiste sul «cambio di passo»

Ma Orfini ammette: l’obiettivo è svelare il trucco, parlano di Ulivo ma vogliono Rifondazio­ne

- M. Gu.

Porte aperte, anche se la sinistra di Speranza, Bersani e D’Alema respinge l’apertura alla coalizione. La linea del Nazareno non cambia, Matteo Renzi continua ad affermare di «non avere nemici a sinistra» e tira dritto sulla strada tracciata venerdì. «La direzione del Pd ha dato un segnale chiaro del lavoro che tutti insieme possiamo fare — conferma la rotta di una alleanza di centrosini­stra il vicesegret­ario Maurizio Martina —. Noi apriamo e speriamo che anche altre forze comprendan­o la necessità di questo cambio di passo per il bene del Paese».

I vertici dem sono convinti che il niet di Mdp sia legato «più a rancori personali che alla politica» e ostentano delusione per il rifiuto dei fuoriuscit­i. «Se accettasse­ro il Rosatellum sarebbero i primi a beneficiar­ne — spiega un dirigente molto vicino a Renzi —. Potrebbero concorrere con noi nei collegi, Bersani candidato a Piacenza e Speranza a Potenza». Ma gli ex ds hanno altri progetti, lavorano a una lista con Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, Possibile di Pippo Civati e magari anche con Anna Falcone e Tomaso Montanari, i leader di quella sinistra-sinistra che fischiò il nome di Giuliano Pisapia al Teatro Brancaccio.

Una scelta che Renzi ritiene suicida e che, temono al Nazareno, finirà per far vincere le destre o i Cinque Stelle. E se gli esponenti di Mdp denunciano l’«inciucio» tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale, pronostica­ndo un governo di larghe intese, il segretario del Pd ha dato ordine ai suoi di insistere con il «cambio di passo». Ecco allora che il ministro Martina parla di «impegno unitario» da «mettere a disposizio­ne delle forze alternativ­e alla destra e ai Cinque Stelle».

I sondaggi sul tavolo di Renzi indicano il sorpasso del Partito democratic­o rispetto al M5S, ma il centrodest­ra unito fa paura. E così anche il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, dice di avere «molto apprezzato le parole di Matteo in direzione» e prende l’apertura dell’ex premier alla lettera: «Il Pd da solo rischia di non farcela. Chi crede di costruire un nuovo centrosini­stra e battere Grillo senza il Pd non può avere successo». Davvero, dalle scorie della scissione, può nascere una coalizione di centrosini­stra? «Penso possa essere ciò che si svilupperà da qui a fine legislatur­a». Matteo Orfini non ne è convinto. Il presidente del Partito democratic­o ammette che l’obiettivo di Renzi è «svelare il trucco», rendere cioè evidente come «coloro che dicevano di voler fare il nuovo Ulivo in realtà volevano fare Rifondazio­ne comunista». Qual è allora la strategia? «Intanto, noi lavoriamo per far crescere il Pd», spiega Orfini, e poi ben vengano Pisapia «e tutti quelli che avranno voglia di discutere con noi».

Mdp denuncia la scelta di nominare i parlamenta­ri e il fatto che ogni forza della coalizione si presentere­bbe con il suo simbolo e il suo programma. Obiezioni a cui i renziani rispondono così: «Nessuno vieta di correre con un programma unico, basta che tutte le forze dell’alleanza si mettano d’accordo». Ettore Rosato, il capogruppo che ha dato il suo nome alla legge in discussion­e, non ha perso l’ottimismo e spera ancora che prima o poi qualcuno a sinistra alzi la mano e dica «io non ci sto a far vincere la destra». Dove quel qualcuno, sperano, è Giuliano Pisapia.

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