Tra legge elettorale e alleanze: ecco chi tiene le fila
stesso Tabacci, che spera nell’accordo col Pd, dietro la prudenza dell’ex sindaco di Milano sull’accordone con Mdp), Matteo Salvini ha deciso di affidare gli affari più delicati della Lega nientemeno che all’ex capo dell’ortodossia bossiana, nel senso di Umberto.
E così è toccato a Giancarlo Giorgetti, in attesa del bilaterale Salvini-Berlusconi, il compito di preparare il terreno dell’alleanza con Forza Italia insieme ai pari grado Niccolò Ghedini e Paolo Romani, con cui ha sciolto la matassa siciliana che ha portato alla candidatura di Nello Musumeci. Classe ’66, tifosissimo del Southampton, di fiducia il leghista ex sindaco di Cazzago Brabbia ne ispira parecchia. Soprattutto da quando, all’indomani dell’ictus che colpì Bossi, riuscì a preservare il segreto sulla clinica svizzera in cui il Senatur trascorreva la convalescenza. «Prima di superare il confine svizzero toglievo la batteria del cellulare e lo lasciavo in Italia per renderlo irrintracciabile», racconta ancora oggi agli amici.
Se Pisapia e Salvini pescano fuori dalle cerchie ristrette per stabilire a chi affidare i dossier più delicati, l’amicizia antica rimane un parametro gettonato per l’individuazione del capo degli sherpa. E non solo nel caso di Matteo Renzi e Luca Lotti, un binomio che ha resistito a presagi oscurissimi e tormentate bufere. Anche il leader di Mdp Roberto Speranza, quando