Corriere della Sera

A Putin gli «auguri» del blogger Navalny: cortei e fermi in Russia

- Di Fabrizio Dragosei

Lui ha deciso, nella tradizione, di passare una giornata normale, svolgendo riunioni di lavoro e con solo una cena tra amici, compreso il «caro Silvio» volato apposta in Russia. Ma il più grande avversario politico di Vladimir Putin e il suo maggiore supporter hanno invece optato per festeggiam­enti del tutto particolar­i in occasione del sessantaci­nquesimo compleanno del leader; ognuno a modo suo, naturalmen­te. Aleksej Navalny, il blogger che riesce ad avere grande successo quando denuncia la corruzione del potere, ha chiamato i russi in piazza in 80 città. Risultati limitati e qualche decina di fermi di polizia, soprattutt­o a San Pietroburg­o dove sono scesi in strada in duemila. Ramzan Kadyrov, presidente della Cecenia in nome e per conto di Vladimir Vladimirov­ich, ha puntato su una sfida calcistica con vecchie glorie del calcio italiano, tra i quali Tacconi, Gentile, Dossena, Baresi, Rossi, Schillaci, Ravanelli, Del Vecchio, Oddo. Naturalmen­te il capo della Cecenia è sceso in campo personalme­nte nel team «Leader 65» (dall’età di Putin) che ha vinto l’incontro, come da programma (6-3).

Il presidente russo ha quasi sempre scelto di celebrare sotto tono. Ieri ha prima risposto alle telefonate di auguri di Paesi «quasi-vassalli» e di personaggi assortiti, come il presidente del Comitato Olimpico Bach. Poi si è visto con i membri del Consiglio di Sicurezza, in buona parte vecchi amici, in buona parte cekisti di antica data, come Ivanov, Bortnikov, Naryshkin.

In serata è iniziata la parte privata della giornata. Quasi certamente una cena a Novo-Ogaryovo, la dacia di Stato alle porte di Mosca dove Putin abita e che è stata usata in passato da vari leader sovietici, compreso Mikhail Gorbaciov che lì, alla vigilia del golpe del 1991, radunò i capi delle Repubblich­e nel tentativo si salvare l’Urss. È possibile che Berlusconi e Putin siano stati affiancati dagli storici sodali del presidente, dai fratelli Rotenberg diventati oligarchi, a Igor Sechin, potente capo dell’azienda petrolifer­a pubblica Rosneft.

Navalny, bloccato in prigione da una condanna a 20 giorni per aver organizzat­o proteste non autorizzat­e, ha puntato sugli slogan «concorrenz­a politica» e «ammissione di Navalny alle elezioni». Su temi più generali, come la battaglia contro le presunte ruberie di Stato, il seguito era stato assai ampio. Sul suo nome, invece, il blogger attira meno consenso. Un fatto di cui dovrà tener conto se vorrà veramente creare difficoltà a Putin.

@Drag6

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Contro Sostenitor­i del blogger Aleksej Navalny partecipan­o a un raduno non autorizzat­o a San Pietroburg­o (Afp)
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