Spezzare la morsa della solitudine
Un passo della Bibbia, tratto dal libro della Genesi, costituisce il punto di partenza delle riflessioni che monsignor Vincenzo Paglia propone nel libro Il crollo del Noi (Laterza): «Non è bene che l’uomo sia solo». A fronte di una così precisa indicazione delle Sacre Scritture, la realtà sociale odierna appare invece segnata dal dilagare della solitudine, compiaciuta o disperata, di certo esasperata dalle nuove tecnologie digitali e biogenetiche. L’invito a ricomporre un senso di solidarietà, anzi di «fraternità», tra gli uomini è dunque il messaggio principale dell’autore, che passa in rassegna i punti di crisi più rilevanti da affrontare all’insegna di un’auspicabile collaborazione tra credenti e non credenti. Paglia denuncia la crescente fragilità della famiglia, minacciata dalla crescita di un individualismo senza freni. Sottolinea quanto alienante sia oggi la vita urbana, soprattutto nelle periferie degradate. Rilancia la necessità di un impegno per la pace in un mondo attraversato da conflitti che appaiono incontrollabili. Difficoltà enormi che possono essere superate solo con un lavoro lungo e paziente: «La fraternità — scrive l’autore — richiede di essere ricostruita ogni volta, partendo dall’accettazione dell’alterità, avendo fiducia che essa non è per escludere, ma è garanzia di comunione».