Patto per il Mondiale
Vertice notturno tra Ventura e i veterani, faccia a faccia tra i giocatori ieri pomeriggio Il Belgio ci regala i playoff, Buffon scuote il gruppo «Vietato piangersi addosso»
Il male oscuro che affligge l’Italia inquieta Tavecchio, attanaglia Ventura, preoccupa persino i senatori del gruppo. Il playoff, grazie al regalo del Belgio che ha battuto la Bosnia, è al sicuro ma a preoccupare è la condizione fisica e psicologica della squadra. Il pari con la Macedonia ha fatto scattare l’allerta massima. L’obiettivo è salvare il viaggio in Russia. Senza il Mondiale si aprirebbe una crisi, anche all’interno della stessa Federazione, paragonabile a quella che ci ha travolti nel 2014 dopo il Mondiale in Brasile.
Nel momento in cui si è spenta la luce azzurra, è fondamentale mantenere i nervi saldi e restare uniti. Per questo, già mezz’ora dopo la partita, Ventura e il gruppo storico, vale a dire Buffon e il resto della BBC, si sono confrontati per quasi 40 minuti dentro lo spogliatoio dello stadio Grande Torino. Facile mettere da parte le reciproche incomprensioni in nome dell’obiettivo più grande. È stata varata una sorta di unità di crisi che ha avuto, come prima conseguenza, un vertice nell’albergo torinese dove ha dormito la squadra a cui hanno partecipato tutti i giocatori ma nessun membro dello staff tecnico. Ventura l’aveva precedentemente autorizzato. Tutto pur di dare una scossa a un gruppo improvvisamente piatto. L’incontro, durato mezz’ora, ha portato a una specie di patto per il Mondiale. Sono stati i senatori e soprattutto (Getty Images) Buffon ad animare il confronto che dovrebbe dare la scossa: «Siamo noi i primi responsabili della situazione. E tocca al gruppo, soprattutto ai più esperti, cambiare le cose. Ci vuole senso di responsabilità e appartenenza. Bisogna giocare con il cuore. Se ciascuno di noi tira fuori quello che sa fare le cose miglioreranno in fretta», il senso del discorso del capitano. Parole che Gigi aveva anticipato dopo l’1-1 con la Macedonia e che sembrano indirizzate soprattutto a Bonucci, il più in crisi di tutti.
Ma tutta la Nazionale si è
squagliata dopo la batosta in Spagna. Gli infortuni e il ritardo di condizione non sembrano sufficienti a spiegare l’involuzione improvvisa. La squadra ha perso fiducia, infilandosi in un vortice perverso dal quale non sembra capace di uscire. «Non ci dobbiamo piangere addosso, se lo facciamo vuol dire che siamo dei perdenti», ancora Buffon. È a suo modo anche un consiglio a Ventura, arrabbiato per le critiche ritenute eccessive. L’allenatore è il primo chiamato a un salto in avanti. Perché giocando così il rischio di restare a casa è altissimo.
Anche in Federazione sono in allerta e temono di perdere il Mondiale, ma il c.t. non è in discussione. Tavecchio venerdì sera e ieri mattina ci ha parlato lungamente e oggi sarà seduto accanto a lui nel volo verso Tirana. La sfida in Albania è una specie di derby infido che ha come obiettivo la vittoria per cercare di mantenere l’Italia tra le teste di serie al sorteggio del 17 ottobre a Zurigo. Ventura pensa al 4-2-4 con il rientro sicuro di Candreva e la promozione di Eder. Da valutare Immobile: è diffidato e potrebbe essere risparmiato.
In questa specie di prova generale in vista dei playoff, bisogna però ritrovare soprattutto lo spirito. E verso le partite cruciali di novembre l’allenatore deve frenare la voglia di rinnovamento, lo pensano i dirigenti e lo hanno suggerito i grandi vecchi. Agli spareggi, una specie di roulette russa, quasi certamente non ci sarà l’infortunato Belotti, ma rientreranno De Rossi e Verratti, Florenzi e Marchisio, Pellegrini e Bonaventura. Giocatori che regaleranno a Ventura qualche certezza in più per un’Italia più solida, un’Italia più vera. Ora forse anche un po’ più unita.