Corriere della Sera

Lombardia, Nibali bis con uno scatto «Stavolta sono stato più che perfetto»

Lo squalo trionfa davanti a Alaphilipp­e e Moscon. Pinot: «Ci ha dato una vera lezione»

-

Il più che perfetto nel ciclismo esiste. Due anni fa Vincenzo Nibali vinse il Giro di Lombardia con l’impresa più bella della carriera. Attacco sul Civiglio, picchiata su Como, volata solitaria dal San Fermo al lago in quello che definì un giorno perfetto. «Oggi — ghigna lo Squalo — sono stato più bravo. Più che perfetto. Un solo scatto . Una discesa senza sbavature. Il tempo di gustarmi la vittoria nel rettilineo finale». Dove ha disegnato con le dita un altro numero perfetto, quello delle 50 vittorie in carriera. Chapeau, dice Pinot: «Ci ha dato una lezione — ammette il francese, ultimo a cedere in discesa —. Vincenzo è il corridore più completo al mondo». Il siciliano ha vinto, tra l’altro, i tre grandi giri (totalizzan­do dieci podi), due «monumenti» (e il podio in altri due), due titoli italiani.

Vittoria studiatiss­ima quella del Lombardia numero 111. In un mese una Vuelta da podio, la rinuncia strategica al Mondiale, un dosaggio ideale delle forze nelle corse di rifinitura: sì all’Emilia (regalata allo scudiero Giovanni Visconti), no al Piemonte che poteva vincere con una gamba sola, per non sprecare energie. «Per tutta la corsa mi sono sentito sorvegliat­o a vista — spiega Nibali — e due miei uomini chiave, Pellizotti e Visconti, non stavano bene. Pinot volava, Uran e Quintana erano motivatiss­imi. Non potevo sbagliare nulla».

Coperto fino all’attacco del Civiglio, Nibali ha lasciato freddament­e che Pinot si consumasse in tre scatti consecutiv­i per poi scavalcarl­o in dieci pedalate poco prima della cima. Nessun azzardo in discesa: curve pennellate e non affondate ma rilanci violenti all’uscita che hanno allargato la frattura tra i due da 3 a 40 secondi. Alle spalle di Pinot, Uran provava a replicare il trionfo nella Milano-Torino (ma senza le stesse gambe), Quintana e Aru recitavano loro stessi in versione 2017 (buona volontà e coraggio, poca sostanza) mentre Alaphilipp­e meritava il secondo posto con

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy