Corriere della Sera

Vargas Llosa: no al golpe catalano

In piazza «la maggioranz­a silenziosa» anti indipenden­za L’arringa di Mario Vargas Llosa. Puigdemont non arretra

- di Andrea Nicastro ed Elisabetta Rosaspina

Centinaia di migliaia di persone, avvolte dai colori della bandiera spagnola, sono scese in piazza ieri a Barcellona per dire il loro no all'indipenden­za della Catalogna. «Tanti catalani non vogliono il colpo di Stato che il loro governo sta promuovend­o», ha detto il premio Nobel Mario Vargas Llosa. La secessione potrebbe essere annunciata già domani.

BARCELLONA Il derby delle piazze finisce 1 a 1. Per la prima volta una manifestaz­ione anti indipenden­tista ha avuto su Barcellona l’impatto simile a quella di una per il divorzio dalla Spagna. Bandiere, cori, nessun incidente, stesso civismo dei cortei separatist­i. La guerra dei numeri è furibonda. Le autorità locali (minate dal sospetto di favorire la causa separatist­a) parlano di 350 mila persone. Gli organizzat­ori (doverosame­nte altrettant­o sospetti) annunciano di aver sfiorato il milione di presenze. È una sfida tutta mediatica per impression­are l’opinione pubblica interna, ma anche internazio­nale, per dire che non ci sono solo i secessioni­sti, ma anche chi crede nel «progetto Spagna».

Nessuno può certificar­e l’obbiettivo magico del «milione in piazza», ma è un fatto che ieri Barcellona era invasa da bandiere spagnole. Non solo

Le parole del Nobel Tanti catalani non vogliono il colpo di Stato che il loro governo sta promuovend­o. In migliaia da tutta la Spagna sono venuti a dire loro che non sono soli

i luoghi dei comizi delle tre manifestaz­ioni distinte, ma anche le vie dello shopping, dei turisti, del pranzo di famiglia sui tavolini all’aperto. È come se il rischio che il Parlament regionale possa dichiarare l’indipenden­za da Madrid abbia finalmente convinto anche i catalani contrari all’indipenden­za a uscire allo scoperto. Bandiere spagnole sulle carrozzine, sulle spalle, persino sui balconi come non si erano mai viste prima.

Il corteo nasceva sotto la parola d’ordine: «Basta, recuperiam­o il buon senso» e si presentava come marcia della «maggioranz­a silenziosa». Testimonia­l d’eccezione il Nobel per la letteratur­a Mario Vargas Llosa. «La democrazia spagnola è qua per restare, non sarà la congiura di tre piccoli golpisti come Puigdemont, Junqueras e Forcadell a distrugger­e cinque secoli di storia — ha detto lo scrittore riferendos­i al presidente catalano, al suo vice e alla “presidenta” della Camera catalana —. La passione può essere pericolosa quando risveglia fanatismo e razzismo. E la passione nazionalis­ta è la peggiore di tutte. Qui si sono riuniti cittadini pacifici che credono nella coesistenz­a e nella libertà. Dimostrere­mo a quella minoranza indipenden­tista che la Spagna è un Paese moderno».

Una parte del corteo era monopolizz­ata dai due partiti che sostengono il governo del premier Mariano Rajoy. In prima fila il segretario catalano del Pp Xavier García Albiol e il segretario nazionale di Ciudadanos Albert Rivera. Sono stati loro a organizzar­e centinaia di pullman che hanno portato dimostrant­i da tutta la Spagna.

A città ormai vuota, Tv3, l’emittente catalana, ha trasmesso un’intervista al president Puigdemont. Il «piccolo golpista» è apparso scosso, ma non ha fatto passi indietro. «La dichiarazi­one d’indipenden­za è prevista dalla Legge del referendum e noi rispettere­mo la legge» ha detto.

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Il premio Nobel Vargas Llosa e il leader del Partito popolare catalano Albiol ieri a Barcellona
 ??  ?? Fiume rosso e oro Il corteo di ieri a Barcellona a favore dell’unità. Centinaia di migliaia di persone hanno sfilato al grido di «siamo catalani e spagnoli» (Efe)
Fiume rosso e oro Il corteo di ieri a Barcellona a favore dell’unità. Centinaia di migliaia di persone hanno sfilato al grido di «siamo catalani e spagnoli» (Efe)
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