Corriere della Sera

«Buon viaggio al suo partitino del 3%» Pisapia liquida Speranza. Mdp si spacca

E le parole dell’ex dem dividono i suoi. E c’è chi accusa: lui e i big hanno deciso da soli, anche sull’assemblea

- Alessandro Trocino

ROMA Quella che ieri Roberto Speranza chiamava «una soap opera insopporta­bile» ha avuto ieri, proprio dopo l’intervista rilasciata al Corriere della Sera, una puntata particolar­mente vivace. Con lo strappo, ormai non più rammendabi­le, tra Speranza e Giuliano Pisapia, ovvero tra Articolo 1-Mdp, a trazione bersaniana e dalemiana, e Campo progressis­ta, a trazione ulivista. E con uno sbrego, minore ma non meno lacerante, che percorre internamen­te il partito di Speranza, con i deputati in rivolta, per non essere stati avvertiti del cambio di rotta repentino deciso dall’alto. E con la prospettiv­a di una fuoriuscit­a dal gruppo parlamenta­re.

A dare il la è Speranza, stufo di attendere il «Godot» Pisapia e soprattutt­o in netto disaccordo sull’«alleanza farlocca» con il Pd renziano. La replica di Pisapia non è conciliant­e: «Non c’è problema. Buon viaggio a Speranza e al suo partitino del 3 per cento».

A Pisapia rispondono in tanti. Miguel Gotor, a tono: «Ricambio gli auguri di buon viaggio a Pisapia, rimanendo in speranzosa attesa del suo partitone». Replica che si basa sull’assunto che Pisapia alla fine dovrà accontenta­rsi di un altro partitino, per poi finire inglobato dal Pd. Ma non è questa l’intenzione dell’ex sindaco di Milano, che nella manica potrebbe avere qualche asso da giocare, dalla presidente della Camera Laura Boldrini a quello del Senato Pietro Grasso, fino alla radicale Emma Bonino. Che vedrà, il 28 e 29 alla Convention europeista insieme a Carlo Calenda, Romano Prodi ed Enrico Letta.

Quanto a Mdp, Speranza dà appuntamen­to al 19 novembre per la Costituent­e. Sicurament­e ci saranno la Sinistra italiana di Fratoianni e Possibile di Pippo Civati. Resta da capire se ci sarà tutta Mdp, viste le reazioni indignate degli esponenti «ulivisti» del partito. Da Giovanna Martelli («La data dell’Assemblea è stata decisa in una stanza») a Filiberto Zaratti («I big hanno deciso da soli»), da Nello Formisano («Comincio ad avere dubbi sul progetto») fino a Ciccio Ferrara, che è il vicepresid­ente di Mpd: «Non ci interessav­a la costruzion­e dell’ennesimo partitino, volevamo un movimento largo». Interviene anche il coordinato­re Massimo Paolucci: «Amareggia la decisione di Pisapia».

Il nodo resta il rapporto con il Pd. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala spiega: «Non si può trattare il Pd da nemico». E il Pd renziano è soddisfatt­o: la rottura con Mdp e sinistra radicale apre la strada a un accordo con Pisapia.

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