Corriere della Sera

Sicilia, Crocetta fuorigioco. Esclusa la sua lista

Il governator­e era in lizza a Messina, parte il ricorso. E lui: hanno fatto un pasticcio, in tanti saranno contenti

- Giuseppe Alberto Falci

L’ennesimo colpo di scena delle elezioni siciliane riguarda Rosario Crocetta. La corte d’appello di Messina ha infatti ricusato la lista «Arcipelago-Micari presidente» nella città dello Stretto, l’unica dove il presidente uscente era candidato. Il verbale recapitato ieri mattina recita così: «Entro il termine previsto non risultava depositata né la lista dei candidati né la prescritta documentaz­ione». Il comitato a sostegno del rettore di Palermo annuncia ricorso ma il caso rischia di esplodere. Ad essere infastidit­o è proprio Crocetta che parla di «pasticcio».

Il leader del «Megafono» non si dà pace: «Se fosse stato per noi avremmo presentato la giusta documentaz­ione nei termini previsti». Volano gli stracci e le accuse. Ma cosa è accaduto? A pochi giorni dalla presentazi­one delle liste viene chiesto al «Megafono» di Crocetta di confluire nella lista civica «Arcipelago-Micari presidente». Il motivo? Quest’ultima non avrebbe avuto gli uomini per completarl­a. Dietro questo cambio di scenario si nascondere­bbe dunque «il pasticcio» di cui parla Crocetta, anche a causa del caos che regnava prima della chiusura delle liste. «Ci sono stati problemi nel Pd fino all’ultimo secondo. I candidati entravano e uscivano dalle liste...». Fino a quando il rappresent­ante di «Arcipelago» si presenta davanti agli uffici elettorali di Messina. «Il nostro arriva prima delle 16, ma prende la cartella sbagliata ed è costretto a tornare in macchina per sostituirl­a con quella corretta». Ride e sbuffa l’ex governator­e quando racconta l’episodio. Salvo poi aggiungere: «È l’ennesima prova che questo Crocetta si è immolato per il bene del centrosini­stra senza ricevere nulla in cambio». Se il Tar dovesse respingere il ricorso, in un sol colpo Crocetta si ritrovereb­be fuori da palazzo d’Orléans e fuori dalla corsa per il Parlamenti­no siciliano. «Saranno tutti felici. A qualcuno la mia candidatur­a dava fastidio. Mi hanno messo in un collegio dove nel 2012 presi 460 voti».

Invece «Saro» avrebbe preferito candidarsi a Palermo o a Catania, dove, sottolinea, «i numeri sono altri: nel capoluogo di regione veleggio attorno alle 20 mila preferenze. Ma i vertici del centrosini­stra non mi hanno voluto». E ancora: «Fare la guerra a Crocetta è lo sport regionale preferito: chi semina vento raccoglie tempeste». Ma l’ex governator­e non demorde: «Posso fare politica battendomi per le idee e per i valori anche fuori dal palazzo». E alla fine della conversazi­one si rivolge a Matteo Renzi: «C’era stato un suo impegno a inserirmi nella segreteria nazionale e persino da subito...».

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Chi è Rosario Crocetta, 66 anni, Pd, governator­e uscente della Sicilia

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