Corriere della Sera

Paolo Cento: «Non firmerei altri appelli per Battisti»

- Di Fabrizio Caccia

ROMA Paolo Cento, 55 anni, già fondatore dei Verdi e leader dei pacifisti italiani, oggi nella segreteria nazionale di SI.

Lei, nel febbraio 2004, all’indomani dell’arresto in Francia di Cesare Battisti...

«Alt, ho capito, volete chiedermi dell’appello...».

Sì, dell’appello che lei firmò, insieme a tanti altri, Daniel Pennac, Wu Ming, Nanni Balestrini, contro l’estradizio­ne in Italia dell’ex terrorista dei Pac. Oggi lo rifarebbe?

«Non credo che a qualcuno verrà l’idea di ripresenta­rlo. E comunque oggi, no, non lo firmerei».

Perché?

«Per mille ragioni, storiche e politiche. Ma, sopra tutto, perché ho atteso invano quelle parole che Battisti poteva dire e non ha detto. È mancato sempre quell’atto unilateral­e di rispetto, di umiltà, nei confronti delle vittime e delle famiglie».

Addirittur­a, ha brindato in aeroporto...

«No, vabbé, era stato appena liberato dal giudice brasiliano e quella era la semplice contentezz­a di chi riacquista la libertà. Però, ha sbagliato a ostentarla: perché anche quel gesto finisce per riaprire le ferite e certo non gli gioverà nel prosieguo di questa storia. Ma sono le parole che non ha detto, lo ripeto, a rendermelo oggi molto lontano, distante».

E allora perché firmò, nel 2004?

«Perchè quella era la Francia della “dottrina Mitterrand” e volevamo difendere l’unico spazio giuridico riconosciu­to in Europa che garantiva il diritto d’asilo. Nessuna indulgenza per gli assassini, ma la battaglia era culturale, noi ci battevamo per l’amnistia».

Lo scrittore Christian Raimo, un altro che firmò l’appello, ieri ha twittato: «Dieci anni fa con 1.500 intellettu­ali firmai per Cesare Battisti. Oggi non credo lo rifarei; ma sugli anni 70 occorrereb­be una commission­e verità e giustizia, e una giustizia riparativa». È d’accordo?

«Io non ho mai augurato il carcere a nessuno, però capisco i familiari delle vittime quando dicono che basterebbe loro anche solo vedere Battisti in carcere per un giorno. Per quanto riguarda la commission­e, credo sì che un lavoro storico aiuterebbe il Paese a fare i conti con quegli anni. Invece, l’Italia li ha rimossi. Ha rimosso la grande paura ed è andata avanti. Ma gli incubi sono tutti ancora alle nostre spalle».

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Ex deputato Paolo Cento, 55 anni, è stato parlamenta­re del centrosini­stra con i Verdi

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