Vincitori e vinti
«Tú sí que vales», così Maria De Filippi impone il suo stile
«Tú sí que vales» è un caso raro di talent show con più conduttori che concorrenti. Naturalmente si esagera con la boutade, ma a vedere la pletora di volti noti coinvolti del programma c’è da rimanere impressionati (Canale 5, sabato, 21.20).
Un dispiegamento di forze notevole che giustifica in parte gli ascolti «bulgari» registrati dallo show nelle ultime settimane. Ci sono Gerry Scotti, Teo Mammucari, Rudy Zerbi, Mara Venier, Belén Rodriguez e da quest’anno anche i due sportivi Martin Castrogiovanni (ex rugbista della nazionale) e Alessio Sakara (lottatore). C’è ovviamente Maria De Filippi che è l’anima di tutta l’operazione e che decide chi far entrare o uscire dalla sua corte. Servivano davvero tutti?
L’impressione è che il format non sia niente di particolarmente nuovo: riprende l’idea immortale dei dilettanti allo sbaraglio, con alcune perle rare di vera capacità artistica nascoste tra mille sketch grotteschi, curiosità assortite e freaks. In programmi simili il cast è tutto, insieme alla giuria. Per distinguerlo da altri show molto simili era necessario dare a «Tú sí que vales» un’identità caratterizzata e si è scelto di puntare sulle facce per dargli un tocco di generalismo popolare, second i dettami del canale. Comunque la vera ragione d’interesse per occuparsi del programma è che costituisce un altro tassello utile per chi un giorno scriverà la Fenomenologia di Maria De Filippi.
Non era scontato che trovasse la sua cifra espressiva in un grosso show d’intrattenimento come questo, per tanti versi molto lontano dai suoi programmi più distintivi, da Uomini e Donne a C’è posta per te, più centrati sulla parola. Invece anche qui riesce a fare la sua tv. Con il grottesco e il freak va a nozze così come con le storie più intimiste di riscatto personale e slancio emotivo: impone sempre il suo storytelling alla gabbia del format. Maria è un format.