Corriere della Sera

La magia della Scala si veste di 24 costumi

L’associazio­ne degli Amici del grande teatro festeggia 40 anni con una mostra degli abiti di scena da Toscanini a Lagerfeld Crespi Morbio: «Si apre una finestra sul mondo della cultura»

- di Gian Luca Bauzano

Il red carpet c’è. Rosso rubino come i velluti del Teatro alla Scala. Appoggiato sullo scalone in marmo, porta ai saloni della sede degli Amici della Scala. Palazzo a pochi passi dal Quadrilate­ro della moda, a un soffio dalla sala del Piermarini. «Vede tutte queste foto (in cornici rosse, ndr)? Ognuna segna un momento della nostra storia. Guardi, qui c’è Wally Toscanini, la figlia del Maestro: le devo tanto, come a Enrica Invernizzi, mecenate e nostra presidente onoraria. Donna eccezional­e. Ah ecco! Quest’appesa è una partitura di Donatoni. Me l’ha dedicata».

Anna Crespi Morbio, presidente­ssa dell’associazio­ne, mostra con orgoglio le testimonia­nze di affetto e stima di grandi direttori e compositor­i, registi e ballerini, teoria di decine e decine di foto dedicate, capitoli di 40 anni di attività a fianco del Teatro milanese. «Siamo stati la prima associazio­ne privata nata a sostegno di un teatro lirico: dal 1978 a oggi ho lavorato con quattro sovrintend­enti (Badini, Fontana, Lissner e Pereira, ndr), recuperato un patrimonio dal valore inestimabi­le di bozzetti e figurini, pubblicato circa 120 volumi. Tutto legato alla Scala. Abbiamo avuto ospiti i più grandi artisti e uomini di cultura internazio­nali». Anna Crespi si illumina in volto nel dirlo. Un traguardo che gli Amici della Scala hanno scelto di festeggiar­e con una serie di progetti. Partenza in lieve anticipo rispetto alla data esatta, ma volutament­e, visto l’imminente 7 dicembre, inaugurazi­one di stagione scaligera. Si inizia, oggi, con la mostra: «Incantesim­i. I costumi del Teatro alla Scala dagli anni Trenta a oggi», già insignita da Mattarella della Medaglia della Presidenza della Repubblica; progetto realizzato con il Comune di Milano, collaboraz­ione di Teatro alla Scala e Palazzo Reale, sede dell’esposizion­e (fino al 28 gennaio 2018; ingresso gratuito; palazzorea­lemilano.it).

Nelle quattro Sale degli Arazzi (altrettant­e sezioni tematico-cronologic­he), sono esposti su set multimedia­li 24 costumi scelti tra le migliaia custodite negli Atelier Ansaldo del Teatro e riportati all’originario splendore: il restauro dei 24 costumi viene donato dall’Associazio­ne alla Scala; il- luminati in sequenza, con proiezioni e musiche, posti su manichini fatti su misura a seconda dell’interprete, il tutto a evocare il palcosceni­co lirico. «Due anni di lavoro certosino affidato a un’equipe di restaurato­ri, negli atelier scaligeri, Brancato e il Restauro Tessile Lombardo — spiega Vittoria Crespi Morbio, curatrice della mostra —. Scelti con scrupolo, per porre in luce l’unicità della tradizione scaligera. L’artigianal­ità e la creatività. I costumi sono legati a nomi come Caramba — gli anni di Toscanini —, Zeffirelli e Tosi, vero maestro della forma, durante le stagioni di Callas e Tebaldi. E ancora Pizzi e Pescucci, Spinatelli, esempio di rigore. Il lavoro registico di Strehler e Ronconi, Wilson e Carsen; la presenza di stilisti come Versace e Lagerfeld, esempi di ricerca e individual­ismo. Una finestra sul mondo del teatro e della cultura. Oltre al valore storico di ogni singolo pezzo». La mostra è corredata da un libro con scatti di Francesco Maria Colombo e curato da Vittoria Crespi Morbio (in novembre uscirà anche una sua monografia su Giulio Coltellacc­i), primo di due volumi fotografic­i: il secondo nel 2018, racconto per immagini dei 40 anni dell’associazio­ne. Svelati anche sul web. «Non si può prescinder­e — dice con orgoglio Anna Crespi —. Restyling del nostro sito e, a partire dal 2018, ogni giorno metteremo online un nuovo contenuto: foto, racconti di serate e conferenze, registrazi­oni. Rivivremo i momenti unici di questi nostri primi 40 anni».

Il lavoro negli atelier I vestiti sono tornati al loro antico splendore grazie a un restauro durato due anni

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 ??  ?? Da sinistra, abiti di Piero Tosi per La sonnambula con Maria Callas; di Lila De Nobili per l’Aida diretta da Zeffirelli nel ‘63; di Alexandre Benois per Onegin con Renata Tebaldi
Da sinistra, abiti di Piero Tosi per La sonnambula con Maria Callas; di Lila De Nobili per l’Aida diretta da Zeffirelli nel ‘63; di Alexandre Benois per Onegin con Renata Tebaldi
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