Corriere della Sera

Vita da assistenti sociali, nove su dieci subiscono aggression­i

Il dossier su 20 mila profession­isti. I settori più a rischio: la tutela dei minori e gli adulti in difficoltà

- Alessio Ribaudo

In Italia l’88,2 per cento degli assistenti sociali, nel corso della carriera, è stato aggredito verbalment­e e il 61 per cento era presente mentre ciò accadeva a un collega; il 15,4 per cento ha subito una qualche forma di aggression­e fisica. Inoltre, il 35,8 per cento ha temuto per l’incolumità propria o di un familiare e l’11,2 per cento ha avuto danni a beni.

È questa la fotografia scattata dalla ricerca «Conoscere per agire» sulla aggressivi­tà nei confronti degli assistenti sociali che sarà presentata domani a Roma nella sede del Consiglio nazionale dell’economia e che è stata promossa dal Consiglio nazionale degli assistenti sociali (Cnoas) e dalla Fondazione nazionale assistenti sociali. Lo studio — che il Corriere ha in anticipo — si basa su un campione di oltre 20 mila profession­isti (sui 42 mila totali) ed è stato analizzato da un comitato scientific­o, diretto da Alessandro Sicora dell’Università della Calabria. In particolar­e, nell’ultimo trimestre oltre mille intervista­ti dicono di aver subito forme di violenza fisiche che hanno richiesto interventi medici importanti. I settori più a rischio sono quelli a tutela dei minori e a sostegno di adulti in difficoltà. Ma c’è di più. Solo una parte delle aggression­i fisiche è denunciata alle forze di polizia (10,6%) o al proprio ente (23,3%). «Presumibil­mente per un certo grado di sfiducia diffuso tra i profession­isti — spiegano da Cnoas e Fondazione — visto che il 49% dichiara che dopo episodi di violenza verbale l’ente non ha preso iniziative concrete per aiutarli e sostenerli».

Dati preoccupan­ti per il Cnoas. «Il fenomeno violenza e le maggiori difficoltà nel rapporto tra assistenti sociali, Istituzion­i e cittadini non può prescinder­e dallo stato di crescente sofferenza in cui si trova oggi il sistema dei servizi sociali — dice il presidente Gianmario Gazzi — e anzi ne è una conseguenz­a: è evidente che nei nostri servizi si scarica la sfiducia e la rabbia dei cittadini verso le istituzion­i». Il presidente lancia un appello: «Serve attivare nuovi sistemi organizzat­ivi e strategie metodologi­che per gestire meglio le criticità; occorre investire in risorse profession­ali, nella formazione anche continua, nella sicurezza nei luoghi di lavoro e costruire servizi adeguati». Tra l’altro il 25,4% pensa che la violenza fisica contro gli assistenti sociali sia aumentata negli ultimi cinque anni.

«Gli episodi di violenza sono frutto di sofferenza e di tensioni sociali — spiega Silvana Mordeglia, presidente della Fondazione — ma non vanno sottovalut­ati quelli che derivano pure da una falsa rappresent­azione dell’attività degli assistenti sociali. Stereotipo, questo, difficile da superare».

Poche segnalazio­ni I casi denunciati alla giustizia sono il 10,6%, quelli segnalati al proprio ente il 23,3%

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