Corriere della Sera

Mazzini, Cattaneo e Garibaldi? Avrebbero votato così...

- Di Antonio Carioti

Ostile a tutte le corone, Giuseppe Mazzini auspicava nell’Ottocento la fine della monarchia spagnola e sarebbe di quel parere anche oggi. Ma non vedrebbe di buon occhio la secessione della Catalogna, dato che viceversa auspicava la fusione di Spagna e Portogallo in una Repubblica Iberica dotata di forti autonomie locali. Il presidente dell’Associazio­ne mazziniana italiana Mario Di Napoli lo ricorda in una lettera aperta scritta al leader della Esquerra republican­a de Catalunya Oriol Junqueras, che è anche il vice del presidente catalano Carles Puigdemont: «A mio parere i repubblica­ni catalani dovrebbero cambiare obiettivo: non la secessione da Madrid, ma la trasformaz­ione dell’intera Spagna in una Repubblica federale, con il superament­o della monarchia e la liquidazio­ne dei residui franchisti, in vista degli Stati Uniti d’Europa».

D’altronde Mazzini proponeva una soluzione unitaria anche per l’Italia. Ma che dire di Carlo Cattaneo, l’altra mente pensante della democrazia risorgimen­tale, che invece era un federalist­a e si oppose all’annessione della sua Lombardia al Piemonte sabaudo? Non vi era all’epoca critico più severo del centralism­o statalista: infatti la Lega ha sempre cercato di annetterse­lo. Però il federalism­o di Cattaneo non aveva i tratti etnici che affiorano nell’indipenden­tismo catalano. Mai rivendicò la purezza di un’identità lombarda da preservare. E non era affatto contrario agli Stati plurinazio­nali: prima dello scontro con l’Austria nelle Cinque giornate del 1848, si batteva per una riforma federale dell’Impero asburgico. Di certo non avrebbe approvato una secessione destinata a portare fuori dalla Ue, visto che lui per primo usò la formula «Stati Uniti d’Europa».

Un’esperienza separatist­a si ritrova invece nella biografia di Giuseppe Garibaldi, che pure è passato alla storia per aver unito il Sud al resto d’Italia. Da giovane il generale nizzardo aveva difeso con le armi l’indipenden­za del Rio Grande del Sud, una provincia che nel 1836 si era staccata dall’impero del Brasile per costituirs­i in Repubblica. La secessione rientrò nel 1845 dopo molti anni di guerra, ma Garibaldi se ne era già andato nel 1842 con Anita, conosciuta proprio in Brasile. D’altronde per il Rio Grande aveva lottato in nome degli ideali mazziniani. Insomma, anche per il giovane Garibaldi la priorità era la Repubblica, non la secessione.

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Padri della Patria Da sinistra, Giuseppe Mazzini (1805-1872); Carlo Cattaneo (1801-1869); Giuseppe Garibaldi (1807-1882): con la loro opera, hanno contribuit­o all’Unità d’Italia

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