Corriere della Sera

Tutti i musei in una app

Musement, la società italiana che ha creato l’applicazio­ne salta-coda, cresce negli Usa con Triposo

- di Massimilia­no Del Barba

Essere per una volta cacciatori e non prede. Musement, il servizio nato a Milano nel 2013 per prenotare a sconto l’accesso salta-coda a musei, teatri e a una serie di altri eventi, ha acquisito Triposo, una piattaform­a di contenuti di viaggio basata ad Amsterdam ma creata da due sviluppato­ri provenient­i da Google che utilizza l’intelligen­za artificial­e per disegnare attorno alle aspettativ­e del turista un’esperienza di vacanza sartoriale.

Scordatevi le due ore e mezza di coda per visitare gli Uffizi di Firenze o, addirittur­a, le sei per i Musei Vaticani. Il successo di Musement (per ora in termini di utenti, visto che il bilancio 2016 è in rosso per 3,8 milioni a fronte di ricavi in crescita per 5,8 milioni) è quello di risolvere un problema semplice, pratico e sempre più diffuso nell’era del fai da te digitale: i viaggiator­i solitament­e prenotano online gli hotel, i voli e le auto a noleggio prima della partenza, ma tendono ad aspettare di arrivare a destinazio­ne per programmar­e attività e attrazioni da visitare, spesso scoprendo in loco che sono sold out o che, per accedervi, è necessario perdere intere giornate di fronte ai cancelli d’entrata. L’app non fa altro che proporre una serie di idee da valutare e prenotare, spesso permettend­o di saltare le code alla biglietter­ia, con un risparmio di tempo (e di soldi) non indifferen­te per chi ha a disposizio­ne solo qualche giorno per rilassarsi.

L’azienda fondata da Paolo Giulini, Claudio Bellinzona, Alessandro Petazzi e Fabio Zecchini — guai a chiamarla start up, dato che oggi occupa 120 persone e può contare, oltre al quartier generale di Milano, sulle sedi di Barcellona, New York e Dubai — ha acquisito il 100% di Triposo attraverso un interscamb­io azionario di cui non sono noti i particolar­i. Ciò che è noto, invece, è che in base all’accordo, il fondo di venture capital americano InterWest Partner sostenitor­e della start up olandese entrerà nella nuova compagine azionaria al fianco dei quattro fondatori, del socio storico Micheli Associati e dei finanziato­ri (per 15 milioni di euro) della società italiana, vale a dire la parigina 360 Capital Partners e la milanese P101.

L’integrazio­ne, riferiscon­o dall’azienda, verrà completata nei prossimi mesi e permetterà a Musement di espandersi all’estero (il 40% dei 10 milioni Fondatori e soci di download dell’app di Triposo provengono da Usa ed Europa Occidental­e) nonché di aggiungere una serie di nuovi contenuti alla propria offerta: 50 mila nuove destinazio­ni e cinque milioni di punti d’interesse, dai tour guidati alle esperienze enogastron­omiche fino ai trattament­i salute nelle spa. Nishank Gopalkrish­nan, Ceo della società fondata nel 2011 dagli ex googlers Jon Tirsen e Douwe Osinga, manterrà il suo ruolo, con responsabi­lità sulle partnershi­p strategich­e. Operazione di integrazio­ne nel nome della convergen- za digitale non nuova in un mercato, quello dei tour locali e delle attività sul luogo di villeggiat­ura (in-destinatio­n), che ha raggiunto i 135 miliardi di dollari di giro d’affari e che è in fase di consolidam­ento: segue infatti l’acquisizio­ne di Viator nel 2014 da parte di Tripadviso­r e, lo scorso aprile, di Zozi (tour guidati) da parte di Peek (un Booking delle attività outdoor).

«La scelta di unire la tecnologia di machine learning di Triposo che fornisce agli utenti contenuti iper-personaliz­zati ai servizi di prenotazio­ne di Musement — commenta il Ceo Petazzi — potrà creare nuove opportunit­à di business per tutti gli operatori turistici nostri partner, consideran­do che l’accordo unisce 12 milioni di viaggiator­i consideran­do entrambe le piattaform­e». Da oggi sarà vietato dire che con la cultura non si mangia.

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Da sinistra verso destra Fabio Zecchini, il Chief executive officer Alessandro Petazzi, Claudio Bellinzona e Paolo Giulini

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