Corriere della Sera

Draghi difende gli aiuti della Bce: in 4 anni creati 7 milioni di posti

Il presidente della Bce: con il piano di acquisti creati 7 milioni di posti di lavoro in 4 anni Tassi giù a lungo. Francofort­e e la stretta sulle sofferenze : rispettato il vincolo del mandato

- Di Giuseppe Sarcina

La ripresa c’è ma restano rischi finanziari e salari troppo bassi. È l’analisi di Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario, e Mario Draghi, presidente Bce. Per Draghi gli interventi della Bce hanno favorito la creazione di 7 milioni di posti di lavoro.

WASHINGTON La ripresa c’è, si sta consolidan­do, ma ancora non basta. Restano rischi finanziari, disuguagli­anze, salari troppo bassi. Le analisi della direttrice del Fondo monetario, Christine Lagarde, e del presidente della Bce, Mario Draghi si integrano. I due intervengo­no in parallelo, nell’ambito degli «Annual meetings» del Fmi a Washington, con messaggi molto simili.

Lagarde chiede ai governi di approfitta­re del buon momento dell’economia «per fare le riforme» e alle banche centrali di continuare ad appoggiare la crescita con una politica monetaria accomodant­e. Draghi assicura che lo farà, mantenendo a livelli convenient­i il costo del denaro fino a quando sarà necessario. Il numero uno della Banca centrale europea difende la strategia messa in campo negli anni della crisi. «I tassi negativi sono stati un successo», dice parlando in un seminario al Peterson Institute. Inoltre il «Quantitati­ve easing», cioè l’acquisto di titoli per immettere liquidità sul mercato, ha favorito «la creazione di 7 milioni di posti di lavoro in quattro anni, anche se ci sono state delle distorsion­i».

La più vistosa, sostiene Draghi, riguarda il mercato del lavoro, le retribuzio­ni sono ancora troppo basse: «Nonostante i progressi, sui salari non ci siamo». Occorre, invece, «pazienza, persistenz­a e prudenza» per raggiunger­e l’obiettivo del 2% di inflazione.

Nessun cenno alla polemica sulla stretta imposta alle banche per la gestione dei «crediti deteriorat­i», i «non performing loan»: tra l’altro dal primo gennaio 2018 le svalutazio­ni diventeran­no automatich­e. Da Francofort­e i tecnici Bce stanno preparando la risposta istituzion­ale ai dubbi sollevati soprattutt­o dal presidente dell’Europarlam­ento, Antonio Tajani: abbiamo agito nell’ambito del nostro mandato.

Le nuove regole sono state promosse soprattutt­o dalla Germania. E’ allora interessan­te registrare ciò che hanno detto ieri gli esponenti del partito liberaldem­ocratico, i Il presidente della Bce Mario Draghi era ieri a Washington per il meeting annuale di Fmi e Banca Mondiale probabili futuri partner nella coalizione di Angela Merkel: non insisterem­o perché un tedesco vada alla guida della Bce. Da oggi entra nel vivo il confronto tra ministri e banchieri. Sarà anche l’ultima occasione ufficiale per il titolare delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble. I documenti del Fmi offrono la piattaform­a di discussion­e, mettendo in rilievo, tra le altre cose, la buona spinta della zona euro e l’insidia del gigantesco debito cinese per la stabilità finanziari­a globale. Lagarde, ieri, ha ridimensio­nato la proposta avanzata da Victor Gaspar, direttore del dipartimen­to Affari fiscali dell’istituto: c’è spazio per aumentare le imposte sui redditi più alti, in modo da ridurre le diseguagli­anze. Secondo Lagarde, invece, «tassare i ricchi non basta. La strada migliore è chiudere il divario di genere, le opportunit­à tra uomini e donne».

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