Norma «pro Verdini», tensione tra i dem
L’ira dei circoli esteri: favore a chi non può correre in Italia. E c’è chi immagina Al Bano candidato FI in Russia
Alla buvette Lorenzo Guerini si concede un panino in compagnia di Roberto Speranza. Arriva Daniela Santanchè e così apostrofa il coordinatore del Pd: «Eccolo qua l’inventore della norma sugli italiani all’estero... Guerini, è vero che volete salvare Alfano e non Verdini?». Il ministro degli Esteri non sa se ridere o piangere e quando gli raccontano che qualcuno medita di candidarlo in Oceania si tira fuori con una battuta: «Poi ad Agrigento candideremmo un australiano».
Il «giallo» della norma ad personam tiene banco per ore in Transatlantico. I deputati vicini a Denis Verdini si affannano a smentire inciuci per candidare in Brasile il loro leader, i cui guai con la giustizia imbarazzano il Pd. Gli «spin» di Verdini le tentano tutte per sgombrare il campo dai sospetti. Primo, «forse Denis nemmeno si ricandida». Secondo, se condannato «andrebbe dritto in carcere», perché i suoi processi sono all’ultimo grado di giudizio. «Non credo che Denis vada nella pampa a raccattare 70.000 preferenze», ride Ignazio Abrignani.
I circoli Pd europei e americani sentono puzza di incostituzionalità, temono l’arrivo di «catapultati» e affidano il loro sdegno a una nota: «Non vorremmo che una parte dei 18 seggi sia riservata a chi, per diverse ragioni, non può candidarsi in Italia». Ai dirigenti dem non resta che difendersi. «È una bufala» assicura Laura Garavini, eletta nella circoscrizione Europa. Ettore Rosato definisce l’emendamento all’articolo 5 di Maurizio Lupi «una norma giusta, che consente a un italiano residente in Italia di candidarsi all’estero». Lele Fiano la chiama «reciprocità», ma il teorema del relatore non spegne gli echi della querelle.
«Ora il merdellum è completo, il salva Verdini è servito», attacca Danilo Toninelli. E quando in aula la regoletta passa con 372 sì e 149 no, fioriscono leggende. I dem raccontano che Berlusconi voglia candidare Al Bano in Russia e gli azzurri ricambiano: la norma sarebbe stata scritta per un «professorone» caro a Renzi, che lavora negli Usa ma è cittadino italiano. Tutto era nato dalla protesta di Renata Bueno, italobrasiliana del Misto convinta che Verdini volesse soffiarle il seggio nella sua circoscrizione.