Re Felipe alla festa dell’orgoglio di Madrid
Madre? Sorella? Professoressa? Compagna? Come ci si rivolge a una monaca benedettina di clausura, teologa progressista, fondatrice e leader di un movimento politico anticapitalista che si batte per l’indipendenza della Catalogna?
«Madre, no! Spetta solo alla badessa della nostra comunità di San Benet de Bages — risponde divertita suor Teresa Forcades, appena tornata da Berlino alla casa materna nel quartiere barcellonese di Gràcia, dove quasi ogni palazzo espone almeno un’estelada, la bandiera dei separatisti —. Sorella o professoressa, per me è lo stesso». Infatti. A Berlino insegna alla Humboldt, l’università più antica della città, ma da vent’anni, dopo una laurea in Medicina, una specializzazione a Buffalo e due anni a Harvard, ha scelto come residenza definitiva il convento benedettino sulle montagne di Montserrat, nell’entroterra di Barcellona, dove è nata 51 anni fa, in una famiglia atea e antifranchista, figlia di un agente di commercio e di un’infermiera. Quattro anni fa, con l’economista Arcadi Oliveres, Teresa Forcades ha fondato «Procés Constituent», in prima linea per l’autodeterminazione. Nel 2015 ha ottenuto Vocazione
La Spagna ha celebrato ieri la festa nazionale della «Hispanidad» nel pieno della crisi catalana, trasformando la ricorrenza in una giornata d'orgoglio. «Orgogliosi di essere spagnoli» è stato lo slogan della cerimonia che, secondo la stampa di Madrid, ha registrato una partecipazione «storica», con migliaia di persone raccolte lungo i due chilometri del viale del Paseo de la Castellana, sotto lo sguardo delle autorità e dei reali Felipe VI e Letizia. Assenti Carles Puigdemont, Inigo Urkullu e Uxue Barkos, i presidenti delle Comunità Autonome di Catalogna, Paesi Baschi e Navarra. Per il re era la prima apparizione dal discorso alla nazione in seguito al referendum catalano.