Corriere della Sera

Colangelo davanti al Csm «Su Consip ho condiviso le scelte di Woodcock»

- (Imagoecono­mica)

«Come procurator­e della Repubblica ho sempre avuto il sostanzial­e controllo dell’inchiesta sugli appalti Consip e condiviso le scelte dei colleghi». È l’estrema sintesi di tre ore di audizione in cui l’ex procurator­e di Napoli Giovanni Colangelo, andato in pensione nel febbraio scorso, ha sostanzial­mente difeso l’operato del pm Henry John Woodcock nell’indagine che ha coinvolto Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, e alcuni esponenti istituzion­ali per le fughe di notizie sugli accertamen­ti in corso. Alla commission­e che deve decidere se aprire o meno la pratica sul trasferime­nto del pm anglo-napoletano per incompatib­ilità ambientale, Colangelo ha spiegato che l’assegnazio­ne del fascicolo alla Direzione distrettua­le antimafia anziché alla sezione dei reati contro la pubblica amministra­zione fu una conseguenz­a dell’ambito investigat­ivo in cui nacque l’inchiesta; e fu corretto, secondo le regole interne, lasciarla a quel pm. In questo la versione dell’ex capo contrasta con quella del procurator­e aggiunto Alfonso D’Avino, ma Colangelo ha avallato anche altri passaggi del lavoro di Woodcock. Ha confermato che la decisione di intercetta­re Tiziano Renzi senza indagarlo fu da lui condivisa, e alla domanda se abbia mai avuto la sensazione o il sospetto di comportame­nti, anche non colpevoli, di Woodcock o altri colleghi che avessero violato l’immagine di autonomia e indipenden­za del pm ha risposto con un netto no. «Io ho svolto anche indagini penali sui colleghi — ha spiegato —, e se avessi avuto anche solo il sentore di qualche irregolari­tà sarei intervenut­o segnalando tutto agli organismi competenti». La prossima settimana la commission­e del Csm deciderà se e come proseguire l’istruttori­a.

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Pm Henry John Woodcock

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