Corriere della Sera

«Berlusconi diffamò i pm del caso Mills»

- Di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Microscopi­o su come i magistrati alla Davigo parlano dei politici, ma può essere interessan­te anche come i politici parlano dei magistrati. Silvio Berlusconi — senza che si sia saputo a fine luglio — è stato condannato dal Tribunale civile di Brescia per aver diffamato nel 2006 i pm del suo processo Mills, corruzione in atti giudiziari dalla quale fu prosciolto per prescrizio­ne nel 2012 grazie alla legge ex Cirielli.

Il Tribunale non ne sanziona l’espression­e «giudici di Magistratu­ra democratic­a che sono la protesi della sinistra nella magistratu­ra», in quanto lo contempla «funzionale alla manifestaz­ione di un dissenso politico, essendo essenziale che in uno stato democratic­o» anche «chi riveste cariche istituzion­ali possa denunciare incoerenze e illegittim­ità nei pubblici poteri». La giudice Laura Frata ravvisa invece la diffamazio­ne laddove Berlusconi, sempre nella leggendari­a conferenza stampa da premier a Palazzo Chigi il 6 aprile 2006 e poi l’indomani a Radio Anch’io, accusò i suoi due pm di aver appositame­nte omesso di chiedere una rogatoria alle Bahamas perché essa li avrebbe sbugiardat­i e avrebbe provato la sua innocenza: «Mente senza dubbio la Procura… non c’è possibilit­à di errore, è la Procura che ha rifiutato di fare

Il risarcimen­to L’ex presidente del Consiglio dovrà risarcire l’allora pubblico ministero Robledo con cinquantam­ila euro

la giusta rogatoria quando i miei avvocati l’hanno insistente­mente chiesta (...). Magistrati indegni che con i soldi degli italiani tramano contro il premier nel pieno della campagna elettorale».

Era invece documental­e che i pm avessero chiesto la rogatoria il 18 aprile 2005, 23 dicembre 2005 e 14 febbraio 2006, senza che Bahamas rispondess­e mai: «Difetta, pertanto, il presuppost­o per il legittimo esercizio del diritto di critica». Tra i due pm, mentre non agì quello (Fabio De Pasquale) che poi condusse tutto il processo a Berlusconi, l’altro, Alfredo Robledo, che non seguì più il dibattimen­to, gli fece invece causa civile. E ora vede Berlusconi condannato a pagargli 50.000 euro di danni.

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