«Più autonomia alle università per ridurre i finanziamenti pubblici»
Caro direttore, all’interno del recente dibattito sull’università, Roger Abravanel, sulle pagine del Corriere della Sera di mercoledì 4 ottobre, firma un interessante contributo («L’autonomia può premiare le buone università») dove sottolinea come solo l’autonomia degli atenei sia strumento per una reale responsabilità e una sana concorrenza tra le università.
Abravanel chiede ad alcuni atenei pubblici, quali il Politecnico di Milano, in virtù di una buona capacità di autofinanziamento, di rinunciare gradualmente a parte dei fondi pubblici in cambio di un allentamento dei vincoli buro- cratici. La tesi di Abravanel è quella che con minori restrizioni, l’università italiana riuscirebbe a essere più attrattiva e meglio rispondente ai bisogni di formazione e ricerca; che, con maggiore flessibilità e velocità, potrebbe compensare la mancanza di risorse pubbliche messe a disposizione dal sistema.
Io credo di poter leggere la proposta di Roger Abravanel non come una provocazione, ma come una sfida, un’opportunità meritevole di una attenta valutazione.
Per sgomberare il campo da ogni possibile equivoco, vorrei affermare che nella mia visione il Politecnico deve essere una università pubblica al servizio della crescita del nostro Paese a cui devono poter accedere tutti i migliori studenti, ricercatori e docenti. Non si tratta quindi di privatizzare l’università ma di poter usufruire di maggiore libertà per esempio nella selezione dei docenti e dei ricercatori, nell’acquisizione di risorse, nella definizione dell’offerta formativa e negli investimenti. Tale maggiore autonomia potrebbe innescare un circolo virtuoso che gradualmente renderebbe meno dipendente l’Ateneo dal finanziamento pubblico, da indirizzare, in prima istanza, a una estensione del diritto allo studio.
La proposta non è di immediata attuazione, ma ritengo che ci sia lo spazio per una attenta riflessione interna e un aperto confronto con il ministero per valutarne le potenzialità.
Rettore del Politecnico di Milano