Corriere della Sera

LAVORO SOMMERSO, QUEI DATI IGNORATI RIABILITAN­O I VOUCHER

- Di Dario Di Vico

Anche per i dati vale la fortuna. Ce ne sono alcuni che diventano delle star, si trasforman­o immediatam­ente in materia prima per esternazio­ni dei leader politici o insopporta­bili risse televisive, altri che invece restano nel cono d’ombra. Come si usa dire, nessuno se li fila. E il motivo molto spesso è semplice: ci raccontano la realtà nuda e cruda e non sono strumental­izzabili. In questa categoria rientra la rilevazion­e lanciata mercoledì scorso dall’Istat a proposito dell’economia sommersa (anzi dell’economia «non osservata», come recita il lessico statistica­mente corretto). Ebbene in Italia ci sono ben 3,7 milioni di unità lavorative irregolari e la loro incidenza è segnalata purtroppo in costante aumento, tanto da portare il cosiddetto tasso di irregolari­tà attorno al 16%. L’Istat precisa che questa quota si ottiene sommando sia il lavoro nero sia quello sottopagat­o ed entrambi sembrano in crescita. I settori nei quali queste pratiche risultano più frequenti riguardano i servizi alla persona, l’agricoltur­a, il commercio e la ristorazio­ne. Per correttezz­a va ricordato come si tratti di dati riferiti al 2015 ma comunque non si può non accostarli alla terribile querelle che abbiamo visto andare in scena sul tema dei voucher. La rilevazion­e Istat, infatti, mostra come quella campagna fosse viziata da pregiudizi ideologici e dalla ricerca di un determinat­o posizionam­ento politico perché buon senso vorrebbe che l’obiettivo prioritari­o fosse, per tutti, l’emersione dal nero e in qualche maniera i famigerati voucher comunque questa predisposi­zione la avevano. I dati del lavoro sommerso gettano anche una luce sinistra su eventuali misure di reddito universale, garantito a tutti. Il rischio di creare ulteriori sperequazi­oni balza fuori con evidenza: i 3,7 milioni di lavoratori irregolari lo percepireb­bero tranquilla­mente.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy