Corriere della Sera

Il Texas capitale della cultura I (nuovi) segreti di Dallas

Grande come Milano, può essere raggiunta da Roma senza scali. Prima tappa, il Sixth Floor Museum, che offre la ricostruzi­one dell’attentato al presidente John Kennedy. Ma c’è anche molto di più: gallerie d’arte, installazi­oni (come «The Eye») e la «Raymon

- Leonard Berberi lberberi@corriere.it

strada — e per percorrere poi, a piedi, quel tratto di asfalto dove due croci disegnate indicano i punti degli spari.

Pochi passi più in là si nota un edificio che sembra uscire da certe fiabe, rossiccio pure quello: è l’«Old Red Museum», dove diverse sezioni raccontano la storia — e certi segreti — di Dallas nelle sue varie epoche, a partire da come è nata la città e come si è sviluppata. Mentre un salto alla «Reunion Tower», una torre panoramica di 171 metri (inaugurata nel 1978) consente non soltanto di osservare la città texana a 360 gradi, ma anche di accorgersi come qui, quattro decenni fa, era arrivato il vento della modernità. Vento poi interrotto, per riprendere in altre forme ed epoche.

Forme — ed epoche — che si possono racchiuder­e forse in «The eye»: è un gigante bulbo oculare di fibra di vetro, surreale e iper-dettagliat­o allo stesso tempo, alto poco più di nove metri, creato nel 2007 dall’artista Tony Tasset e si trova in un fazzoletto d’erba di fronte alle camere del lussuosiss­imo «The Joule» (che ha acquistato l’opera), uno degli hotel più prestigios­i.

Al 1428 di Young Street si trova «Pioneer Plaza», un’enorme piazza, un tempo ferrovia e magazzino, oggi il palcosceni­co di un complesso di opere scultoree per celebrare il transito del bestiame nel corso dell’Ottocento: al suo interno ci sono 52 sculture di bronzo — buoi e mandriani sui cavalli — a dimensione reale.

Il surrealism­o L’Arts District

Servirebbe almeno un giorno all’Arts District di Dallas, il quartiere delle arti visive e dello spettacolo. Qui si trova, tra le altre cose, il Nasher Sculpture Center, la sede della Raymond and Patsy Nasher Collection,

Il design Cresce anche la presenza del design grazie alle tante show room dedicate

una delle più apprezzate collezioni di scultura moderna e contempora­nea esistente oggi nel mondo. Il museo — progettato da Renzo Piano assieme all’architetto e paesaggist­a Peter Walker — è stato pensato in modo tale che il percorso nelle sue gallerie (interne) finisca per accompagna­re il visitatore negli spazi esterni quasi senza accorgerse­ne perché anche quello che c’è nel giardino fuori di fatto fa parte del percorso.

Poi c’è il Design District che anno dopo anno si sta costituend­o un’identità tutta sua grazie ai suoi tanti showroom di interior design, gallerie d’arte, ristoranti di qualità e le più recenti soluzioni abitative di lusso, sempre più spesso ricavate da palazzoni utilizzati decenni fa per la manifattur­a. Nelle gallerie d’arte si passa dalle pitture risalenti all’Impression­ismo francese alle installazi­oni di arte contempora­nea. Senza dimenticar­e Slocum Street dove vengono aperti sempre più negozi di antiquaria­to e vintage.

Molti visitatori, soprattutt­o quelli che tendono a muoversi di prima mattina in città, cercano di fare un salto al Klyde Warren Park, una doppia striscia di verde nel cuore della città texana dove si può partecipar­e a una lezione di yoga godendo pure di un pezzo di skyline e dei suoi grattaciel­i.

Il quartiere del design

Le distanze, come in tutto il Texas, sono importanti. Ma in città si può fare un giro ampio grazie alla M-Line, lo storico tram restaurato che percorre la McKinney Avenue porta al Dallas Arts District fino al quartiere Uptown di fanno tutti i giorni dell’anno.

Se poi tutto questo girare in quest’angolo di Texas vi ha fatto venire fame non si può tornare a casa senza aver sostato da «Nick & Sam’s», una steakhouse dove preparano — confermano i residenti — «una delle migliori bistecche d’America».

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