Corriere della Sera

Acqua, cereali, siccità: se la chiave per capire le migrazioni è il cibo

Tra le sfide del prossimo Forum internazio­nale sulla nutrizione il tema dell’accesso alle risorse

- Alessandra Dal Monte

i sarebbe un modo — poco usato ma molto utile — di (ri)disegnare la mappa dei flussi migratori degli ultimi anni. E cioè immaginare che le persone che si spostano lo fanno (anche, se non soprattutt­o) per cercare il cibo che non trovano nel proprio Paese. Così, per esempio, i tanti arrivi di nigeriani in Italia (14.500 tra gennaio e giugno, secondo Frontex) si potrebbero spiegare con la crisi idrica dello Stato africano, che a cascata ha causato instabilit­à politica e problemi sanitari. Lo stesso si potrebbe dire per il Bangladesh: 8.200 cittadini hanno raggiunto le nostre coste anche per sfuggire al dramma dell’acqua potabile, disponibil­e solo per il 40 per cento della popolazion­e.

E poi i cereali, la siccità... ricordarsi che uno dei principali motivi per cui le persone si muovono è l’accesso alle risorse alimentari sarà una delle sfide dell’ottavo «Forum internazio­nale su alimentazi­one e nutrizione», il meeting

Inizia la diciannove­sima edizione di Ein Prosit. L’evento enogastron­omico più importante del Friuli , che si terrà dal 19 al 22 ottobre tra le montagne del Tarvisiano, realizzato assieme a Kitchen Aid, main sponsor della manifestaz­ione, negli anni è riuscito far conoscere agli appassiona­ti di cucina le eccellenze regionali. Il momento clou è la «MostraAssa­ggio», in cui si potranno degustare specialità di 150 produttori. Non mancherann­o poi laboratori e masterclas­s. E ogni sera i ristoranti della zona ospiterann­o alcuni dei migliori chef d’Italia. (g.princ.) che il Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn) organizza all’Hangar Bicocca di Milano il 4 e 5 dicembre prossimi. Insieme a MacroGeo, società di ricerche geopolitic­he, infatti, la Fondazione Bcfn presenterà il primo studio su migrazione e cibo: «Un aumento dell’un per cento dell’insicurezz­a alimentare costringe il due per cento della popolazion­e a migrare — ha riassunto il presidente di MacroGeo Lucio Caracciolo durante l’anticipazi­one dei temi del Forum che si è tenuta ieri. «In un mondo in cui due miliardi di persone sono obese e 815 milioni sono mal nutrite è chiaro che bisogna rivedere i modelli alimentari», ha detto il vicepresid­ente Bcfn Luca Virginio. Un’ipotesi su cui ragionare sarà l’uso delle rimesse dei migranti, che valgono molto più degli aiuti ai Paesi poveri e che potrebbero essere spese per rilanciare le coltivazio­ni locali. Inoltre bisogna valutare l’impatto delle diverse culture alimentari nei Paesi d’accoglienz­a: l’integrazio­ne passa anche dalla comprensio­ne delle abitudini altrui, a tavola. A dicembre, poi, verrà presentato il nuovo «Food sustainabi­lity index», la classifica che ordina i Paesi a seconda della capacità di evitare sprechi, di coltivare in modo sostenibil­e e di bilanciare obesità e malnutrizi­one: l’edizione 2017 includerà nove nuovi Stati, tutti del Mediterran­eo. Un’altra novità sarà il premio giornalist­ico «Food Sustainabi­lity Media Award». Gli ospiti? Carlo Petrini, che si confronter­à con Guido Barilla, Bob Geldof e l’economista Jeffrey Sachs. Nel frattempo in Italia c’è da preoccupar­si per gli under 18: secondo l’index 2016 uno su 4 è in sovrappeso.

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Una coltivazio­ne di alghe in Africa orientale (Stockfood)

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