Corriere della Sera

Orti urbani e semi antichi, ecco i volti dei «Food masters»

Domani il «Bologna Award 2017» per premiare i progetti di sostenibil­ità alimentare

- Tommaso Galli

na periferia grigia cede il passo agli orti verticali. Dall’altra parte del mondo due tribù indigene firmano una ricerca scientific­a. Nel mezzo una mensa aziendale pensata per far star bene i dipendenti. Tutti segnali di una nuova educazione alimentare. Grazie all’americano Stephen Ritz, agricoltor­e urbano che insegna ai suoi allievi come coltivare piccoli appezzamen­ti di terra, o a Michiel Bakker, l’ideatore di Google Food, sono in molti, oggi, a parlare di un modello inclusivo per un futuro sostenibil­e. Proprio come Matteo Dell’Acqua, ricercator­e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. In Etiopia ha unito la scienza alla storia per selezionar­e, a fianco degli agricoltor­i di Melfa e Workaye, nuove varietà di frumento. Genomica e sapere contadino, per la prima volta insieme, contro i problemi alimentari nel mondo.

Il suo impegno è stato riconosciu­to dal Bologna Award 2017, che quest’anno anticipa il «Word Food Day», programmat­o dalla Fao per il 16 ottobre. Domani e domenica, durante gli incontri del premio internazio­nale, promosso da Caab (Centro Agroalimen­tare di Bologna) e Fondazione Fico, sarà presentata anche una nuova categoria: quella dei «City of Food Masters», esempi di sostenibil­ità agroalimen­tare. Licia Colò e Linea VerdeRaiun­o sono gli italiani vincitori di questo riconoscim­ento che, però, guarda anche oltreocean­o. Con Ritz, Bakker e l’artista Douglas Gayeton.

Gli ospiti americani saliranno sul palco del premio bolognese per raccontare di come i loro progetti abbiano dato una lezione di sostenibil­ità a studenti, dipendenti o alla rete. Grazie al suo sistema educativo, Ritz ha migliorato non solo l’alimentazi­one ma anche il rendimento scolastico dei suoi studenti nel Bronx che sono rinati coltivando e mangiando i prodotti della loro classe. Michiel Bakker non è vincitore da meno. All’interno di Google ha creato un programma che punta al benessere dei dipendenti attraverso il cibo. E infine Gayeton. Con il suo progetto video «Lexicon of Sustainabi­lity» ha filmato come si può rivoluzion­are il sistema agricolo, creando un lessico base della sostenibil­ità. Le parole di Alice Waters, vice presidente di Slow Food Internatio­nal, o quelle di Vandana Shiva, ambientali­sta indiana, sono il punto di partenza di una nuova educazione alimentare. Dove non esiste più un’evoluzione senza passato. Come insegna la ricerca di Matteo.

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Il Matteo Dell’Acqua in Etiopia

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