Orti urbani e semi antichi, ecco i volti dei «Food masters»
Domani il «Bologna Award 2017» per premiare i progetti di sostenibilità alimentare
na periferia grigia cede il passo agli orti verticali. Dall’altra parte del mondo due tribù indigene firmano una ricerca scientifica. Nel mezzo una mensa aziendale pensata per far star bene i dipendenti. Tutti segnali di una nuova educazione alimentare. Grazie all’americano Stephen Ritz, agricoltore urbano che insegna ai suoi allievi come coltivare piccoli appezzamenti di terra, o a Michiel Bakker, l’ideatore di Google Food, sono in molti, oggi, a parlare di un modello inclusivo per un futuro sostenibile. Proprio come Matteo Dell’Acqua, ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. In Etiopia ha unito la scienza alla storia per selezionare, a fianco degli agricoltori di Melfa e Workaye, nuove varietà di frumento. Genomica e sapere contadino, per la prima volta insieme, contro i problemi alimentari nel mondo.
Il suo impegno è stato riconosciuto dal Bologna Award 2017, che quest’anno anticipa il «Word Food Day», programmato dalla Fao per il 16 ottobre. Domani e domenica, durante gli incontri del premio internazionale, promosso da Caab (Centro Agroalimentare di Bologna) e Fondazione Fico, sarà presentata anche una nuova categoria: quella dei «City of Food Masters», esempi di sostenibilità agroalimentare. Licia Colò e Linea VerdeRaiuno sono gli italiani vincitori di questo riconoscimento che, però, guarda anche oltreoceano. Con Ritz, Bakker e l’artista Douglas Gayeton.
Gli ospiti americani saliranno sul palco del premio bolognese per raccontare di come i loro progetti abbiano dato una lezione di sostenibilità a studenti, dipendenti o alla rete. Grazie al suo sistema educativo, Ritz ha migliorato non solo l’alimentazione ma anche il rendimento scolastico dei suoi studenti nel Bronx che sono rinati coltivando e mangiando i prodotti della loro classe. Michiel Bakker non è vincitore da meno. All’interno di Google ha creato un programma che punta al benessere dei dipendenti attraverso il cibo. E infine Gayeton. Con il suo progetto video «Lexicon of Sustainability» ha filmato come si può rivoluzionare il sistema agricolo, creando un lessico base della sostenibilità. Le parole di Alice Waters, vice presidente di Slow Food International, o quelle di Vandana Shiva, ambientalista indiana, sono il punto di partenza di una nuova educazione alimentare. Dove non esiste più un’evoluzione senza passato. Come insegna la ricerca di Matteo.