Corriere della Sera

Ma in Europa quante compagnie resisteran­no?

- di Antonella Baccaro

Era l’anno 2000 quando l’allora commissari­a europea ai Trasporti, Loyola de Palacio, profetizzò che delle tante compagnie europee esistenti ne sarebbero rimaste «due o tre, al massimo quattro». Il suo, in realtà, era un auspicio, fatto nel momento in cui l’Europa andava verso l’euro e allungava il passo verso una vera integrazio­ne. In un’audizione alla Camera, la commissari­a si scagliò contro gli accordi che le singole compagnie Ue stavano sottoscriv­endo con gli Usa perché ne impedivano «la ristruttur­azione interna» e favorivano le alleanze «al posto delle vere fusioni che ci vorrebbero per dare una dimensione adeguata al settore aereo europeo». A distanza di 17 anni, quella ristruttur­azione è avvenuta negli Usa, dove quattro colossi dei cieli si sono assicurati un futuro in un mondo ormai globalizza­to. Se fosse accaduto anche in Europa, oggi non ci troveremmo a fronteggia­re l’aggression­e dei vettori orientali in condizioni di debolezza e,forse, anche la competizio­ne con le low cost sarebbe andata diversamen­te. Per tutti questi motivi l’acquisizio­ne da parte di Lufthansa di Air Berlin è positiva ma ancor più lo sarà quella di Alitalia, che pare ormai inesorabil­e. Certo, ci sarebbe piaciuto trovare il vettore italiano alla guida di uno dei tre poli che resteranno (Lufthansa, Air France-Klm, Iag). Ma se così non è, sappiamo tutti che la colpa non è del destino cinico e baro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy