Corriere della Sera

«L’innovazion­e? Una formula mista pubblico-privato»

Cozzoli(Mise): serve un approccio integrato . Ciai (Deloitte): spinta alla competitiv­ità

- Francesca Basso

Industria, finanza, energia, università, pubblica amministra­zione, made in Italy. Ormai non c’è ambito in cui la competizio­ne non si giochi sull’innovazion­e e, senza un sistema Paese che la sostenga, la trasformaz­ione diventa più difficile. Qualcosa però è stato fatto, come spiega Vito Cozzoli, ex capo di gabinetto del Ministero dello Sviluppo economico, nel suo libro «Sviluppo e innovazion­e. Idee, esperienze e policy per la competitiv­ità del Paese», punto di partenza per un dialogo a più voci, ospitato alla Greenhouse di Deloitte a Milano e moderato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.

È evidente che la forza dirompente dell’innovazion­e in tutti gli ambiti richiede un approccio integrato, in cui pubblico e privato non sono antagonist­i e il capitale umano è centrale. Un contesto in cui l’azione normativa dello Stato ha un ruolo fondamenta­le. «Il libro vuole testimonia­re un approccio diverso della cosa pubblica — ha spiegato Cozzoli — volto a promuovere l’innovazion­e». Un ruolo che fa del pubblico «un alleato delle imprese», come ha sottolinea­to dalla viceminist­ra del Mise, Teresa Bellanova, nel suo messaggio alla platea. «Competizio­ne e innovazion­e sono inscindibi­li e interdipen­denti», ha ricordato l’amministra­tore delegato di Deloitte Italia, Enrico Ciai. E se «l’innovazion­e rappresent­a il grande terreno di competizio­ne sul quale ogni azienda e ogni profession­ista dovrà confrontar­si», ha osservato Antonio Cattaneo, Forensic leader di Deloitte, è pur vero che va gestita: «Per un’innovazion­e di successo — ha spiegato Andrea Poggi, Innovation leader di Deloitte — bisogna applicare regole industrial­i. Perché non tutta l’innovazion­e porta sviluppo».

«L’innovazion­e mette in crisi la stabilità delle imprese perché richiede cambiament­o, che deve essere generativo e non solitario, si alimenta di idee e persone», ha evidenziat­o il ceo di A2A, Valerio Camerano. In più «la velocità con cui evolve la tecnologia è maggiore della capacità di inserirla nelle nostre istituzion­i e aziende», ha osservato il rettore del Politecnic­o di Milano, Ferruccio Resta. È dunque necessario «aumentare la formazione del capitale umano e sostenere le idee per farle diventare prototipi». «Serve un cambio culturale anche nel pensare agli investimen­ti — ha spiegato Victor Massiah, consiglier­e delegato di Ubi Banca —: bisogna accettare che è impossibil­e non sbagliare quando si fa innovazion­e». E questo va affiancato a una formazione continua perché «non c’è abbastanza capitale umano». «Anche nelle banche esiste una forte innovazion­e, ma serve capacità di analisi». In uno scenario di innovazion­e e trasformaz­ione rapida, le regole assumono un ruolo fondamenta­le. «Viviamo il mondo di Internet senza regole, è come se l’Antitrust non esistesse — ha osservato Francesco Greco, procurator­e della Repubblica di Milano —. Esistono monopoli che fanno impallidir­e quelli fisici. C’è il problema delle tasse non pagate e quello della privacy, dai reati di strada si sta passando alle frodi e al cybercrime». Dunque, conclude Greco, «come regolare l’innovazion­e?».

 ??  ?? Il libro Vito Cozzoli, «Sviluppo e innovazion­e. Idee, esperienze e policy per la competitiv­ità del Paese» (Jovene Editore)
Il libro Vito Cozzoli, «Sviluppo e innovazion­e. Idee, esperienze e policy per la competitiv­ità del Paese» (Jovene Editore)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy