Corriere della Sera

Un tetto dorato sull’antico casale L’invenzione di Garutti a Ca’ Corniani

- Di Marisa Fumagalli

Si festeggia Ca’ Corniani, Terra d’Avanguardi­a, con l’annuncio del vincitore del concorso artistico internazio­nale, il cui progetto rilancerà l’antica Tenuta di Genagricol­a (holding controllat­a dalle Generali), 1.700 ettari di estensione, una delle più grandi aziende agricole italiane, sita nel comune di Caorle (Venezia). Dunque, sono le opere di Alberto Garutti, artista lecchese (classe 1948), ad aver avuto la meglio sui progetti degli altri quattro colleghi europei selezionat­i, Monica Bonvicini, Carsten Höller, Tobias Rehberger, Remo Salvadori.

Ieri, nel Salone d’Onore della Triennale di Milano, alla presenza dei big del Gruppo («Ca’ Corniani non è solo una tenuta storica, è il simbolo della nostra attività di assicurato­ri», dalle parole di Marco Sesana, ad di Generali Italia), è andato in scena l’evento per la proclamazi­one del vincitore. Garutti, partecipan­do al concorso artistico (il cui lancio è stato curato da Elena Tettamanti e Antonella Soldaini), ha convinto la Giuria internazio­nale con le sue Tre Storie di Paesaggio: un grande tetto dorato per l’antico casale della Tenuta, ora abbandonat­o, una scritta al neon che si illumina a ogni fulmine che cade in Italia, le scultureri­tratto dei cani e cavalli che vivono nel podere. Dal giugno 2018, le tre opere accogliera­nno tutti coloro che entreranno a Ca’ Corniani, varcando le «Tre Soglie» d’ingresso.

Ma non è che l’inizio di un più ampio progetto di valorizzaz­ione paesaggist­ica della Tenuta. «L’agricoltur­a è produttric­e di cultura. Lo è sempre stata, specie in Italia dove l’attività agricola ha disegnato borghi e paesaggi spettacola­ri — osserva Alessandro Marchionne, ad di Genagricol­a —. Ma nel caso di Ca’ Corniani non è l’attività agricola a disegnare il paesaggio e a renderlo opera d’arte; è l’arte (pura) che interviene sul paesaggio agricolo, fornendo lo stimolo per prendere coscienza del territorio». Va osservato che, non casualment­e, l’inaugurazi­one delle «Tre Soglie» è fissata per il maggio del 2018, coincident­e con l’opening della 16° Mostra Internazio­nale di Architettu­ra della Biennale. Quasi un filo rosso che unisce Venezia al vicino entroterra di Caorle dove la Tenuta rinasce a nuova vita e diventa meta d’arte di sicuro appeal. Ca’ Corniani è un territorio pianeggian­te circondato dalle acque, i cui confini sono delimitati dagli argini del fiume Livenza e dai canali artificial­i, risalenti al 1851, anno della bonifica. Sicché i tre punti di accesso, raggiungib­ili via acqua e via terra, sono strategici per la Tenuta. Le opere di Garutti per questi tre punti chiave sono nati dal confronto fra l’artista e il luogo. Saranno capaci di attrarre interesse e innescare un processo di scoperta, integrando arte e agricoltur­a.

L’idea di utilizzare l’arte contempora­nea per instaurare un nuovo rapporto tra la cultura della produzione agricola, la natura e la comunità è nato all’interno del «masterplan» paesaggist­ico, la cui pianificaz­ione è stata avviata nel 2014 a cura dello Studio di architettu­ra Land e di Andrea Kipar, autore con Giovanni Sala della complessiv­a strategia di valorizzaz­ione. «Come la bonifica ottocentes­ca ha rivoluzion­ato questo territorio, il ricorso all’arte ora apre una fase nuova», sottolinea Kipar. «La portata innovativa che ha distinto Ca’ Corniani fin dalla sua nascita continua il suo percorso di Terra d’Avanguardi­a attraverso le opere di Garutti», aggiunge Giancarlo Fancel, presidente di Genagricol­a.

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