La sfida di Comunità Nuova Trovare chi non chiede aiuto
Tra i 15 selezionati rientra il «Progetto Giambellino; da Napoli a Tirana», chiamato così perché si snoda nella zona compresa nel tragitto del tram n. 14, tra piazza Napoli e piazza Tirana, dove i nuovi poveri tendono ad isolarsi e a escludere ogni richiesta di aiuto. Si tratta di uno storico quartiere della zona ovest della città, con un importante background culturale che da sempre lo vivacizza, immortalato dalla canzone di Gaber «La Ballata del Cerutti». È caratterizzato in prevalenza da edilizia popolare e abitato da italiani e migranti. «La scommessa è intercettare chi, pur non arrivando alla fine del mese, nasconde la sua situazione — spiega il coordinatore del Progetto Luca De Vecchi, della Comunità Nuova di don Gino Rigoldi —. Per raggiungere velocemente i beneficiari, ci rivolgeremo a medici, dentisti, sportelli di consumatori e parrocchie». A questo scopo una delle iniziative consisterà nel sensibilizzare anche i vicini di casa, i custodi dei condomini e gli insegnanti, affinché fungano da antenne sociali sul territorio ed essi stessi siano capaci di fare rete con le organizzazioni del Progetto Giambellino, come primi attivatori di gesti solidali. Il progetto, al via da novembre per la durata di un anno e mezzo, supporterà socialmente e anche economicamente circa 600 persone, tra adulti e minori — specie madri separate con un solo reddito, o chi ha perso anche l’unica entrata — aiutandoli a ridurre i debiti contratti e, soprattutto, dando loro nuova forza vitale per ripartire. Due i partner: Spazio Aperto Servizi e Cooperativa Comunità del Giambellino, più l’Associazione Amapola e la Fondazione Pellegrini con il suo famoso ristorante Ruben, che offre la cena alla cifra simbolica di un euro». Il quartiere