Corriere della Sera

I buoni lavoro che attivano formazione e tirocini mirati

- Di Pietro Gorlani

immaginari­o collettivo abbina il concetto di aiuto sociale alle famiglie numerose (per lo più straniere) ed agli anziani con pensioni da fame. Troppo semplicist­ico. Le nuove fragilità riguardano anche padri separati, cinquanten­ni che hanno perso il lavoro. E tanti giovani. Troppi. Che magari scelgono la strada del Servizio Civile perché assicura loro un micro-reddito temporaneo ma che in realtà sono in cerca di occupazion­e. E avrebbero bisogno di percorsi mirati. Quelli pensati da Energie in circolo, il progetto di Caritas Brescia (attraverso il suo braccio operativo Casa Betel) e altre 13 associazio­ni e cooperativ­e della provincia che sarà finanziato grazie al Banco dell’Energia. «Da novembre incontrere­mo circa 200 famiglie nei 30 centri d’ascolto sul territorio — spiega Anna Attolico di Caritas Brescia, referente del progetto — e ne selezioner­emo 90, che affiancher­emo per un anno». Prima ci sarà una fase di preparazio­ne degli operatori (quattro mesi), poi un test sulla vulnerabil­ità e sulla resilienza, quindi la decisione di come sostenere i soggetti fragili. Tre tipi d’aiuto previsti: il buono casa, il buono lavoro e il buono famiglia. I 50 buoni casa da 1.500 euro serviranno a pagare bollette di luce e gas (non si danno mai soldi in contanti). I 60 buoni lavoro (da 2.500 euro l’uno) attivano corsi formazione e tirocini mirati; i 20 buoni famiglia (da 1.500 euro) prevedono azioni di sostegno alla genitorial­ità entro le mura domestiche. «Il presuppost­o è che non esiste solo una povertà economica — aggiunge Attolico — ma anche una povertà formativa, occupazion­ale, educativa. E poi gli aiuti prevedono un patto con le famiglie beneficiar­ie, che dovranno impegnarsi a restituire, in forma di volontaria­to, l’energia ricevuta».

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Uno degli appuntamen­ti dei volontari della Caritas

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