Il calcio secondo Simone un testo studiato dalla Juve per il futuro
Inzaghi corteggiato dall’amico Paratici: chissà se Allegri...
(Reuters)
La controprova naturalmente non c’è. Ma se Massimiliano Allegri dopo la notte di Cardiff, avesse scelto di mollare la Juve, allora Simone Inzaghi avrebbe potuto anticipare i tempi. Adesso non c’è questa sensazione di urgenza, ma se Max e la Signora decidessero di separarsi prima del 2020, allora il profilo giusto individuato dai bianconeri assomiglia parecchio a quello dell’allenatore della Lazio: emergente, preparato, ambizioso, sobrio negli atteggiamenti e anche nell’ingaggio, che non guasta.
Inzaghino domani è atteso a un esame complicato, dato che la Lazio non batte la Juve in campionato da quando ci giocava lui (6 dicembre 2003) e lo Stadium torinese per i biancocelesti è terra proibita. Senza contare la voglia di rivincita della Juve e di Allegri, che raramente in Italia in questi anni ha sofferto un avversario come la Lazio nei primi 70’ della Supercoppa, poi persa 3-2 all’ultimo tuffo col gol di Murgia.
La vera novità nel rapporto «a distanza» tra Inzaghi e la Juve forse è proprio l’assenza di smentite. Da parte di tutti, anche del presidente della Lazio, Lotito, che certamente apprezza la crescita di un allenatore rimasto a Roma quasi per caso due estati fa, ma allo stesso tempo soffre il fatto che buona parte dei meriti del rendimento laziale siano considerati di Simone: «Non è Mago Merlino» ha detto non a caso Lotito sul finire della scorsa stagione. Mentre il diretto interessato a precisa domanda ha dato una risposta vaga, ma nemmeno troppo, dopo il successo sul Milan un mese fa: «Io alla Juve dopo Allegri? Fa piacere, ma la Lazio è casa mia, sono tifoso, i miei figli tifano Lazio e per me questo è il mio punto d’arrivo, poi nel calcio non si sa mai».
E la Juve? Pochi giorni fa l’a.d. Marotta ha definito il più giovane dei fratelli Inzaghi «emergente, decisamente bravo», aggiungendo una profezia: «Sono convinto che farà una grande carriera». E una ovvia puntualizzazione, perché in fin dei conti siamo solo ad ottobre: «Noi siamo soddisfatti del lavoro di Allegri e non pensiamo a un suo sostituito». La casa vera di Simone, quella nel piacentino in cui è cresciuto con Pippo, era a a pochi chilometri da quella del direttore sportivo della Juve, Fabio Paratici, compagno di squadra del fratello maggiore ma amico di tutta la famiglia Inzaghi dai tempi delle scuole elementari. Questo non è un indizio decisivo per prevedere un approdo juventino, ma sicuramente aiuta.
E aiuterebbe, soprattutto la Lazio, anche rompere il doppio tabù Stadium-Higuain: il Pipita aspetta la squadra a cui ha segnato più di tutti (ben 12 volte), dopo aver trascorso la vigilia a Vinovo a perfezionare la condizione atletica. Allegri ritrova Mandzukic e Barzagli dopo gli acciacchi con le Nazionali. Bentancur e Cuadrado invece rientrano solo oggi dal Sudamerica, mentre Dybala si è riposato con l’Argentina e sarà pronto a fare di nuovo la differenza. Perché per Max, come ripete sempre più spesso, sono i campioni ad essere decisivi, non gli allenatori: anche per questo, fare la corte a un tecnico che guadagna 5 volte meno (7 milioni contro 1.3) non è peccato.