Vanno avanti i settembrini: godiamoci le fioriture
C omplice la prolungata siccità estiva, quest’anno la stagione dei settembrini (Aster quelli del vecchio mondo; Symphyotrichum quelli americani, commercialmente ancora detti Aster) sembra più lunga del solito, con fioriture che concludono in gran bellezza la stagione delle erbacee perenni e che tentano ogni giardiniere. Quindi, ecco qualche dritta. Tra i più appariscenti i Sy. novi-belgii (nella foto) e Sy. novae-angliae, hanno due caratteristiche che le foto non trasmettono: moltissimi sbocciano e sfioriscono nel giro di un paio di settimane e, soprattutto in terreni asciutti, adorano coprirsi di oidio, quindi inadatti a suoli aridi e anche in quelli argillosi: non lesinate pacciamatura e irrigazioni. Gli europei A. amellus non si ammalano, mentre l’A. x frikartii ‘Mönch’ e altri fioriscono per mesi... Tutti i settembrini, qualsiasi sia l’altezza riportata sull’etichetta, se concimati abbondantemente o su terreni ricchi crescono molto più alti, rendendo necessari sostegni vari per evitare rovinosi tracolli. Tutti beneficiano del punch-pruning, ossia quando a inizio estate le piantine sono alte una spanna, eliminare l’apice vegetativo, ripetendo l’operazione fino alla seconda metà di luglio ogni quattro foglie completamente formate: avrete piante più folte. Quasi tutti hanno fogliame poco interessante (A. laterifolius ‘Horizontalis’ una delle rare eccezioni) ma prendono i trapianti sportivamente, quindi, coltivateli nell’orto, poco prima della fioritura annaffiate copiosamente un’ora prima di espiantare la zolla e ripiantarla subito nel vuoto lasciato da annuali o papaveri orientali, riempiendo la nuova buca d’acqua prima d’inserirvi l’aster, che non batterà ciglio. Tutti vi saranno grati della divisione delle colonie ogni cinque anni circa.
carlocontesso@yahoo.com