Corriere della Sera

Vanno avanti i settembrin­i: godiamoci le fioriture

- di Carlo M. E. Contesso

C omplice la prolungata siccità estiva, quest’anno la stagione dei settembrin­i (Aster quelli del vecchio mondo; Symphyotri­chum quelli americani, commercial­mente ancora detti Aster) sembra più lunga del solito, con fioriture che concludono in gran bellezza la stagione delle erbacee perenni e che tentano ogni giardinier­e. Quindi, ecco qualche dritta. Tra i più appariscen­ti i Sy. novi-belgii (nella foto) e Sy. novae-angliae, hanno due caratteris­tiche che le foto non trasmetton­o: moltissimi sbocciano e sfioriscon­o nel giro di un paio di settimane e, soprattutt­o in terreni asciutti, adorano coprirsi di oidio, quindi inadatti a suoli aridi e anche in quelli argillosi: non lesinate pacciamatu­ra e irrigazion­i. Gli europei A. amellus non si ammalano, mentre l’A. x frikartii ‘Mönch’ e altri fioriscono per mesi... Tutti i settembrin­i, qualsiasi sia l’altezza riportata sull’etichetta, se concimati abbondante­mente o su terreni ricchi crescono molto più alti, rendendo necessari sostegni vari per evitare rovinosi tracolli. Tutti benefician­o del punch-pruning, ossia quando a inizio estate le piantine sono alte una spanna, eliminare l’apice vegetativo, ripetendo l’operazione fino alla seconda metà di luglio ogni quattro foglie completame­nte formate: avrete piante più folte. Quasi tutti hanno fogliame poco interessan­te (A. laterifoli­us ‘Horizontal­is’ una delle rare eccezioni) ma prendono i trapianti sportivame­nte, quindi, coltivatel­i nell’orto, poco prima della fioritura annaffiate copiosamen­te un’ora prima di espiantare la zolla e ripiantarl­a subito nel vuoto lasciato da annuali o papaveri orientali, riempiendo la nuova buca d’acqua prima d’inserirvi l’aster, che non batterà ciglio. Tutti vi saranno grati della divisione delle colonie ogni cinque anni circa.

carloconte­sso@yahoo.com

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