Corriere della Sera

Ha un piano per domare l’acrobata Marquez

«A Motegi testa a testa per il Mondiale». Il gioco delle alleanze, domani (ore 7) la gara

- Alessandro Pasini

Se i Gran premi si potessero rifare, Andrea Dovizioso vorrebbe che tutto andasse esattament­e come l’anno scorso. Allora nelle ultime quattro gare l’uomo in rosso non solo fu il migliore, ma rifilò a Marc Marquez 17 punti di distacco (67 a 50): proprio quelli che — ora che sta a -16 dallo spagnolo — gli servirebbe­ro per vincere il Mondiale 2017 e diventare il primo re della MotoGp italiano con moto italiana.

Si tratta solo di una statistica e eventualme­nte di un buon auspicio, ma qualcosa di concreto il dato racconta comunque: il Dovi è pronto a giocarsi lo sprint per la gloria con le armi giuste e l’adeguata conoscenza di causa. La conferma è arrivata dalle prime prove libere giapponesi a Motegi, che Andrea ha chiuso primo proprio davanti a Marquez sotto la pioggia, prevista per tutto il week end. In attesa delle qualifiche che stamane definirann­o la griglia per la gara di domani, è una conquista di peso relativo, però è chiaro che i duellanti hanno già scoperto le carte. «Si prospetta un testa a testa — ha ammesso il Dovi, insolitame­nte reattivo e ottimista per essere venerdì —: sul bagnato il mio rendimento è molto buono, meglio del previsto. Ma bisogna stare attenti all’usura delle gomme e alla pioggia: l’errore è sempre in agguato». Ne sa qualcosa Marquez, feroce come sempre ma come sempre ammarato una volta sull’asfalto nel solito modo scenografi­co: è il classico Marc che cerca il limite e che sembra avere studiato all’accademia della caduta, tanto è leggero il modo in cui si rialza come se niente fosse. Finché funziona, è un metodo che fa la differenza.

Pioggia, difficoltà del circuito, usura degli pneumatici. Assieme a queste variabili ci saranno poi i cosiddetti aghi della bilancia. Viñales, che punti alla mano (-28) sembrerebb­e ancora in corsa per il titolo, si sta chiamando fuori da sé. Lui sul bagnato va sempre poco, in più la Yamaha lo delude: «Avanti così, non possiamo pensare al titolo». E Rossi? Guarito è guarito, è la M1 che è costipata: «L’anno scorso quando pioveva ero contento, Inseguitor­e Andrea Dovizioso in azione con la Ducati a Motegi in Giappone (Ap)

adesso non andiamo bene neanche qui». La sensazione che la moto 2016 sia migliore è ormai forte da tempo, ma ormai è tardi per rimediare.

A conti fatti, ammesso che la super Aprilia di Aleix Espargarò (ieri terzo) non inventi miracoli, un occhio andrà buttato a Pedrosa e a Lorenzo. Il primo più che un ago è un aghetto che potrebbe dare fastidio soprattutt­o a Dovizioso, visto che al compagno Marquez non sta mai davanti. Il secondo ieri viaggiava molto bene, è quarto e, benché tamponato senza conseguenz­e da un’ardita frenata liquida di Crutchlow, gode della stima dei colleghi: «Se si corresse domani (oggi, ndr) vincerebbe Jorge», ha detto Marquez.

Questo conduce dritti al tema del gioco di squadra: qualcuno comincerà ad aiutare i compagni? Rossi dice che la Yamaha non gliel’ha chiesto; in Ducati non se ne parla; Marquez giura: «Non voglio aiuti da nessuno». Fieri e orgogliosi, almeno a parole, si va dunque alla volata solitari e a petto in fuori. Il momento è cruciale: dopo Motegi verranno servite in due domeniche di fila Australia e Malesia. Tra voli aerei, fusi orari, cambi di clima e il divieto di prendersi anche un raffreddor­e perché, con così poco tempo per recuperare, diventereb­be una catastrofe, bisogna avere polso, fegato e molta fortuna. Riuscirà il Dovi a fare l’en plein?

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