Corriere della Sera

«L’emotività ha bruciato ragione e politica in Catalogna»

Parla la giallista spagnola Alicia Giménez Bartlett. Oggi scade l’ultimatum a Puigdemont

- Di Sara Gandolfi

La giallista spagnola Alicia Giménez Bartlett non ha dubbi: «In Catalogna l’emotività ha sconfitto ragione e politica. Forse un giorno la letteratur­a riuscirà a spiegare ciò che sta succedendo». Oggi scade l’ultimatum del governo di Madrid al presidente catalano Puigdemont.

«F orse un giorno, in futuro, la letteratur­a riuscirà a spiegare ciò che sta succedendo oggi in Catalogna. Noi scrittori dobbiamo distanziar­ci nel tempo dai problemi per raccontarl­i, non è un’arte “calda”, serve riflession­e ed elaborazio­ne, ricreazion­e». Alicia Giménez Bartlett, la regina del giallo spagnolo, autrice della seguitissi­ma (anche in Italia) saga di Petra Delicado, ispettrice della polizia di Barcellona, dura dal cuore sensibile, è cauta però non ha dubbi: «Petra è realista e, se dovesse affrontare il “caso catalano”, saprebbe bene che individual­mente non si possono risolvere problemi politici. Ma sul piano personale avrebbe mandato i due governi «al carajo» (in italiano vaff...) e forse avrebbe chiesto la nazionalit­à italiana. Da voi ha molti amici». Oggi scade l’ultimatum posto dall’esecutivo di Madrid al presidente catalano Carles Puigdemont.

Nelle manifestaz­ioni di questi giorni, a Barcellona come a Madrid, l’emozione sembra aver preso il sopravvent­o. Dove vi porterà?

«Saremo in grado di risolvere fra noi i problemi. La grande maggioranz­a degli

spagnoli è pacifica e ama la vita. Le minoranze che scendono in strada possono trarre in inganno riguardo la situazione reale. Tuttavia, l’emotività senza freni degli ultimi tempi è preoccupan­te ed è stata alimentata dal governo catalano e dalle istituzion­i catalanist­e. Io, personalme­nte, sono molto afflitta. La “rivoluzion­e” della mia gioventù era fondata sulla ragione, sulla razionalit­à. Sembra che oggi solo contino le maledette emozioni, che sono così manipolabi­li».

Come si è arrivati fin qui?

«Il governo spagnolo ha commesso moltissimi errori: impedire una revisione dello statuto catalano di autonomia, che a suo tempo si considerò, sottovalut­are la lingua catalana, non fare attenzione ai dettagli né al finanziame­nto economico. Ha fatto un disastro utilizzand­o la polizia duramente con la cittadinan­za... Ma i politici catalani stanno a loro volta sbagliando: la mobilitazi­one in strada, le ambiguità, i calcoli machiavell­ici... Mi aspetto una svolta da parte di tutti».

Qual è il ruolo della società in questo processo di radicalizz­azione?

«La società non è monolitica. La frangia dei giovani è stata importante: sono stufi del “sistema”, hanno ricevuto un’educazione scolastica che, in qualche modo, li ha portati a rifiutare la Spagna e, a causa della loro situazione lavorativa precaria, pensano di aver poco o nulla da perdere. Il resto della società è molto divisa. In alcuni casi, eccitare i sentimenti nazionalis­ti, sia spagnoli sia catalani, è un’irresponsa­bilità. Peggio, una stupidità. Perderemo tutti qualcosa in questa crisi».

E qual è il ruolo degli intellettu­ali?

«Da tempo non contano nulla. Non solo qui e in questa crisi, in qualsiasi società del mondo. Come ho detto prima: non è tempo per la razionalit­à. Il mondo ha lasciato alle spalle il pensiero, la cultura, lo studio sereno e filosofico della vita».

La lingua catalana è stata

In piazza Manifestan­ti indipenden­tisti a Barcellona (Getty)

uno strumento importante nel riaccender­si del nazionalis­mo catalano, fin dai tempi del franchismo. O come dice il suo collega Javier Cercas è solo una lotta di potere?

«Non so se è una lotta di potere, però è ovvio che il malessere mondiale dei tempi che viviamo influisce su quanto sta accadendo anche qui. Nessuno sembra stare bene al suo posto e basta un niente perché tutto il tessuto sociale salti per aria. Ciò detto, non credo che la lingua catalana oggi sia in difficoltà».

Lei vive a Barcellona ma non è catalana e scrive in castiglian­o. Si sente straniera oggi?

«Il mondo della letteratur­a in castiglian­o e quello in catalano sono sempre stati molto separati in Catalogna: differenti celebrazio­ni, differenti premi... noi abbiamo sempre saputo che tutti gli aiuti del governo della Generalita­t andavano ai libri in catalano, ma finora non c’era stato alcun problema, noi scrittori in castiglian­o sapevamo anche che la diffusione dei nostri libri era maggiore perché raggiungev­a tutta la Spagna, per cui ci sentivamo ampiamente ricompensa­ti. Non è mai esistita fra le nostre due comunità alcuna tensione».

In Italia si dice che Lei è la Camilleri di Spagna (o forse Camilleri è il Bartlett d’Italia?). Camilleri difende la «sicilianit­à» della sua terra. Anche Lei crede nel potere del localismo?

«È importante conoscere le tradizioni della tua gente, è divertente rivisitarl­e ma i localismi in genere vengono dal passato e il passato è sempre peggiore del presente. Non credo nella forza dei regionalis­mi, per questo odio le corride, che in fondo sono pura tradizione, o no?».

Vargas Llosa dice che in Catalogna ha preso piede un «provincial­ismo senza testa né coda». Condivide?

«Credo che un grande scrittore come Vargas Llosa avrebbe dovuto usare meglio le sue parole e non abbassarsi a termini offensivi né a semplifica­zioni, soprattutt­o quando si rivolge alle folle. È evidente (e lo fu anche ai tempi delle elezioni presidenzi­ali in Perù) che è più bravo in letteratur­a che in politica».

A Barcellona nei giorni scorsi si sono visti in strada centinaia di manifestan­ti di estrema destra, con le bandiere franchiste, le croci uncinate e le uniformi militari. Il passato che torna?

«Il passato non tornerà. Ci sono gruppi di estrema destra in tutta Europa. In Spagna sono piccoli e mancano di qualsiasi prestigio sociale. I decerebrat­i non sono gradevoli da osservare, ma non devono inquietarc­i».

L’età dell’emozione Sembra che oggi contino solo le maledette emozioni, che sono così manipolabi­li Doppia responsabi­lità Il governo spagnolo ha commesso moltissimi errori. Ma anche i politici catalani sbagliano

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Scrittrice Alicia Giménez Bartlett, 66 anni, è autrice della saga sull’ispettrice Pedra Delicado

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