«Molte somiglianze, ma a Vienna non c’è un nuovo Macron»
PARIGI Ha senso evocare Macron a proposito di Sebastian Kurz?
«Sì visti da lontano, no se guardiamo meglio», dice Patrick Moreau, politologo francese specialista del mondo germanico e autore, tra altre opere, di «L’Autriche des populistes».
In che cosa sono simili?
«Macron e Kurz sono entrambi giovani, dinamici e belli, e in economia sono fondamentalmente due liberisti».
Le differenze?
«Sono molto più importanti e profonde delle somiglianze. Intanto Macron ha creato un partito nuovo facendo esplodere destra e sinistra, mentre il probabile futuro cancelliere austriaco ha fagocitato il partito conservatore Övp per trasformarlo in un partito Kurz».
E sul piano ideologico?
«Kurz è un conservatore vero quanto ai valori, un nazionalista che pensa prima di tutto e solamente all’Austria mentre Macron è per la Francia ma anche per l’Europa. In Macron c’è una dimensione europeista molto importante assente in Kurz, che non vuole uscire dalla Ue ma non è certo un suo fervente sostenitore».
Quanto tempo ci vorrà per avere un nuovo governo austriaco?
«Molto, anche qualche mese, perché è sempre così e perché stavolta lo scenario politico è particolarmente complicato. È probabile che Kurz avrà l’incarico di formare il governo, ma con chi? Ha vinto ma non stravinto, i socialdemocratici del Spö hanno perso ma non quanto previsto, e l’avanzata dell’estrema destra Fpö non è un’ondata».
Quali opzioni?
«A parte l’ipotesi improbabile di un’alleanza tra socialdemocratici ed estrema destra, le altre sono aperte: Kurz potrebbe allearsi con l’estrema destra, con la quale condivide l’atteggiamento di chiusura verso i migranti e la lotta all’Islam politico. Ma Kurz non vuole uscire dall’Europa e dall’euro, mentre la Fpö sì, e il presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen potrebbe bloccare un governo anti-Europa. Si potrebbe tentare allora una riedizione dell’attuale grande coalizione tra conservatori e socialdemocratici, ma Kurz aveva promesso agli austriaci un cambiamento. Non saranno settimane facili».
L’Austria si sposterà verso il gruppo di Visegrád, cioè Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia?
«Sì, è un processo evidente, ance se non credo che l’Austria rischi di somigliare all’Ungheria di Orbán. Sul piano geopolitico però è chiaro che il gruppo di Visegrád uscirà rafforzato, perché tutti questi Paesi sono accomunati dal rigettare completamente la politica migratoria dell’Unione Europea».
L’Italia deve aspettarsi la chiusura del Brennero?
«Sì, praticamente è già deciso, nessuno si è accorto di quel che si diceva in queste ultime settimane nel Parlamento austriaco, ma di fatto l’esercito è già dispiegato lungo tutte le frontiere austriache. L’Austria potrebbe uscire da Schengen, come peraltro ha già fatto la Danimarca».
Il confine del Brennero in pratica è già chiuso Di fatto l’esercito austriaco ormai è dispiegato lungo tutte le frontiere