E la Bassa Sassonia indebolisce Merkel
dal nostro corrispondente
Angela Merkel indebolita più di quanto si pensasse dopo le elezioni federali tedesche dello scorso 24 settembre. Martin Schulz e la sua socialdemocrazia non ancora morti. Nazionalisti di Alternative für Deutschland (AfD) ridimensionati, come pure Liberali e Verdi. A leggere con un’ottica nazionale il risultato della tornata elettorale di ieri nel Land della Bassa Sassonia sono questi gli esiti significativi: i fattori locali sono decisivi quando si vota per un Parlamento regionale, ma in questo caso la proiezione su Berlino ha senso perché influenzerà le trattative che stanno per aprirsi per la formazione di una coalizione di governo a livello nazionale. Fino a una decina di giorni fa, pareva che la Cdu di Merkel dovesse finire primo partito in Bassa Sassonia (lo fu già nel 2013 anche se poi al governo andarono Spd e Verdi). Invece, ieri ha perso più di un punto rispetto al 37,4% di quattro anni fa ed è stata superata dai socialdemocratici che ne hanno guadagnati più di quattro sul 32,6% del 2013. AfD è attorno al 6%, metà rispetto a settembre. Liberali e Verdi perdono significativamente. La tentazione sarebbe dire che la Bassa Sassonia ha rifiutato l’idea di una coalizione Giamaica a livello nazionale. Sarebbe però sbagliato. Quel che è giusto dire è che le trattative per la nuova coalizione inizieranno mercoledì con la cancelliera sulla difensiva: rimane insostituibile ma non invincibile, probabilmente è entrata nella fase finale della sua lunga stagione in ascesa. Ciò renderà più difficile la formazione di una maggioranza nazionale tra cristianodemocratici, Liberali e Verdi: la forza impositiva di Frau Merkel sarà meno netta. Dopo il crollo del 24 settembre, Schulz e la Spd possono invece sostenere che non tutto è perduto: forse, alla fine del tunnel c’è una piccola luce.