Corriere della Sera

Ultimo passaggio il Bilancio. Il presidente potrebbe sciogliere le Camere a cavallo della fine dell’anno

- Marco Galluzzo

Fra le ipotesi che circolano, calendario alla mano e scadenze istituzion­ali probabili, Sergio Mattarella potrebbe sciogliere le Camere negli ultimi giorni dell’anno. Il capo dello Stato ne potrebbe parlare agli italiani durante il discorso di Capodanno. La comunicazi­one avrebbe un carattere solenne, perché accompagna­ta dalle consideraz­ioni del capo dello Stato sulla legislatur­a che si chiude, incluso ovviamente un bilancio della stessa, e su quella che si aprirebbe due mesi dopo, con il ritorno alle urne.

È uno dei passaggi cruciali dei prossimi mesi, sui quali in queste ore si fanno i calcoli, insieme alla data esatta delle Politiche, che a meno di sorprese, con una campagna elettorale che sarebbe di 60 giorni, dovrebbe cadere il 4 marzo. Di sicuro la fine della Legislatur­a, dal punto di vista politico, avverrà con l’approvazio­ne della legge di Bilancio. La stessa legge dovrà essere poi controfirm­ata dalla prima carica dello Stato, che a quel punto attenderà un gesto da parte del premier.

Paolo Gentiloni potrebbe salire al Quirinale, dichiarare che per l’esecutivo il compito è esaurito, con due mesi di anticipo, anche senza dichiarars­i dimissiona­rio. Porterebbe alla prima carica dello Stato anche le consideraz­ioni dei partiti che lo hanno sostenuto, concordi nel ritenere chiusa la Legislatur­a. A quel punto il premier resterebbe comunque in carica per gestire gli affari correnti. Mattarella, prima di sciogliere le Camere dovrebbe convocare sia il presidente di Palazzo Madama sia quello di Montecitor­io, per verificare che effettivam­ente non esistono forze politiche maggiorita­rie intenziona­te ad andare avanti. Dopo qualche giorno si aprirebbe la campagna elettorale, la cui durata viene regolata dal ministero dell’Interno.

In questo scenario si dà per scontato che la legge elettorale, appena approvata alla Camera, venga approvata anche al Senato, nei prossimi giorni, scongiuran­do il rischio di un intervento per decreto legge da parte di Palazzo Chigi. La data del 4 marzo consentire­bbe al capo dello Stato di gestire con serenità, almeno temporale, l’esito delle elezioni. Se qualcuno pronostica difficile, in base ai sondaggi, la formazione di un governo, ancorché di coalizione, non meno facile potrebbe essere l’elezione dei presidenti delle Camere.

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