Corriere della Sera

«Io nell’inferno della Napa Valley Una tempesta di fuoco di sette giorni»

Il direttore dell’azienda Antinori: «Così abbiamo salvato i vicini». Le vittime salgono a 41

- di Andrea Pasqualett­o apasqualet­to@corriere.it

Il bosco, i vigneti, le cantine e, tutto intorno, fiamme. Nei giorni neri delle contee california­ne del vino, Glenn Salva era lì, fra i filari della tenuta di Antica Napa Valley dei marchesi Antinori: «Non avevo mai visto nulla del genere: la valle immersa nel fuoco, la foresta bruciata, le case distrutte, le strade impercorri­bili», racconta dopo essersi messo in salvo il direttore locale della celebre azienda california­na di proprietà della famiglia toscana, produttric­e storica di vino. Sull’altopiano delle Vaca Mountains, a 600 metri di quota, i marchesi hanno circa 250 ettari di vigneto dove producono cabernet sauvignon e chardonnay. Per Salva tutto è iniziato domenica sera: «Con una telefonata di mia moglie da Silverado, dove abitiamo, quindici chilometri da Antica. Diceva che c’era del fumo nell’aria e che erano stati evacuati. Io mi ero appena addormenta­to dopo aver guardato una partita di calcio. Sono subito uscito in macchina per raggiunger­la. A un certo punto mi sono fermato: sotto stava bruciando tutto. C’era un muro di fuoco e un forte vento che lo alzava e lo spingeva. Sono dovuto tornare ad Antica, dove ho aperto il cancello della proprietà ai vicini che stavano fuggendo. La fattoria, che è in alto, è diventata un rifugio, nella speranza che la zona dei vigneti potesse fare da barriera all’incendio».

Sono stati giorni di paura. Fino a quando ha iniziato a volteggiar­e sopra le loro teste un elicottero della polizia. «Ha portato a valle le persone. Io son rimasto lì e sono sceso dopo, con la Forestale, lungo la strada di Soda Canyon che nel frattempo era diventata praticabil­e anche se l’incendio si allargava portato dai venti del Nord».

Li chiamano Los Diablos, i diavoli, e sono le raffiche più temute dagli abitanti di queste aree collinari a nord di San Francisco. In periodi di caldo e siccità come questo (c’era il 12% di umidità), quando sferzano le valli possono abbattere alberi e pali della luce che si trasforman­o così in micce. Basta un fuoco a far divampare

Rimettersi in piedi Qui il paesaggio è lunare, tutto è incenerito Ma vogliamo ripartire con la vendemmia

un incendio. E se i fuochi sono decine allora può scatenarsi l’inferno. «Forse è andata proprio così ed è stata la tempesta di fuoco più devastante della storia della California. Il risultato è un paesaggio lunare, incenerito, molto desolato». Ma la cantina è salva. Glenn, da buon capitano, l’ha lasciata per ultimo. «Conto di tornarci presto, forse già domani. Bisognerà valutare i danni ai vigneti che non dovrebbero essere molti. Le infrastrut­ture elettriche della strada di Soda Canyon sono state distrutte. Appena la riaprono porterò su un generatore. Vogliamo andare avanti con la vendemmia che abbiamo lasciato al 30%».

È triste però ripartire da soli. «I vicini hanno avuto perdite enormi. Poche case sono rimaste in piedi in questa vallata. Noi siamo stati miracolati perché intorno alla tenuta i 747 hanno scaricato l’acqua del vicino laghetto fermando le fiamme».

Albiera Antinori, primogenit­a del conte Piero e oggi al timone dell’azienda vinicola, segue con trepidazio­ne gli sviluppi della vicenda dal quartier generale di San Casciano Val di Pesa, a Firenze: «Serviranno vent’anni perché questo ambiente torni al suo splendore», sospira. Del resto il bilancio dei setti giorni di fuoco è pesantissi­mo: oltre alle 41 vittime, agli oltre 100 feriti e 223 i dispersi, ci sono 221 mila acri inceneriti, cioè quasi 90 mila ettari, più o meno un’area estesa quanto tutta New York. Devastate le grandi contee del vino, Napa, Sonoma, Yuba e Mendocino. Sono rimbalzate notizie di aziende colpite di fama mondiale, come le cantine Signorello Vineyards e William Hill Estate Winery e Stags Leap and Chimney Rock, di cui hanno una quota anche i marchesi. «Non mi risulta che lì ci siano stati danni — ha precisato Salva —. So però che è andata distrutta la casa dei vecchi proprietar­i, che si trova sulla collina sopra la cantina».

E Glenn e la sua famiglia come stanno? «Noi ci siamo salvati e siamo anche rientrati nella nostra casa. È stata dura, una vera e propria prova di nervi... Ma siamo tutti pronti a ripartire. Ci aspetta la vendemmia e speriamo che almeno quelli siano giorni felici».

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(Photomasi/Karma press photo) Fiamme e vento Il fuoco lungo la Soda Canyon Road, nella Napa Valley, in California, durante gli incendi della scorsa settimana
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Oggi In ampie zone della Napa Valley il paesaggio è diventato lunare, con boschi inceneriti
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Nella notte Gli incendi hanno lambito i vigneti della Antica Napa Valley, azienda dei marchesi Antinori

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