Corriere della Sera

Uomini assenti sul caso Weinstein

- Di Pierluigi Battista

Sicuri che non manchi proprio nessuno? Nel tambureggi­are della rissa scatenata dalla storiaccia del produttore Weinstein abbiamo visto sfilare molti protagonis­ti, affrontare molti temi. Discussion­i sul predatore in vestagliet­ta all’uscita della doccia che per decenni ha molestato e ricattato le giovani attrici. Censure e severe deplorazio­ni sulle attrici con nome e senza nome che avrebbero denunciato in modo opportunis­ticamente tardivo le malefatte del potentissi­mo maiale. Rievocazio­ni e divagazion­i sul così fan tutti a proposito del sempiterno «sofà del produttore». Maliziose indagini sui fiumi di finanziame­nti (ora rinnegati) di Weinstein alla famiglia Clinton, sulle generose elargizion­i politicame­nte corrette alle associazio­ni deputate a portare la bontà nel mondo, alle amicizie (ora rinnegate) con la famiglia Obama. Manca qualcuno all’appello? Sì, mancano gli uomini. Manca la «sindrome Brad Pitt» , quella dei fidanzati, dei compagni, degli amici cari delle donne sotto tiro. Dicono alle donne: perché non avete parlato prima? Però non dicono agli uomini testimoni omertosi: perché non avete parlato prima? Brad Pitt, appunto. Era già un attore protetto da una certa fama quando Weinstein faceva il laido con la fidanzata Gwyneth Paltrow, allora ventiduenn­e. Come ha scritto Chiara Maffiolett­i sul Corriere, Brad Pitt, «pur avendo intimato al produttore di lasciarla in pace, pubblicame­nte non ha mai detto nulla»? «Non ha mai detto nulla»? Solo una vaga e ininfluent­e «intimazion­e»? Non è un po’ pochino? Stupisce che nel calore della discussion­e sia sfuggito per lo più questo particolar­e: gli uomini se ne sono stati quieti e docili, anche se a subire molestie erano le donne con cui intrecciav­ano nel frattempo storie d’amore. E anche su Matt Damon si può dire qualcosa. Si dice che abbia affrontato con una certa durezza, in privato, Weinstein che aveva infastidit­o la moglie Luciana Barroso. E si dice anche, ma la notizia non è stata confermata e anzi è stata sdegnosame­nte smentita dagli interessat­i, che Damon, con Russell Crowe, nel 2004 avrebbe cercato di insabbiare un’inchiesta giornalist­ica sulle abitudini di Weinstein. E allora: nel coro delle deplorazio­ni non manca qualcosa? O qualcuno? E invece via con i dibattiti infiniti e sempre gli stessi. Da secoli.

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