Dall’agricoltura all’edilizia Indagine aperta sul futuro
L’impegno della Provincia Autonoma e l’organizzazione
Creare un ponte con il Nord Europa per lo sviluppo dell’Italia, unendo competenze e attività di ricerca di diversi soggetti: aziende, università, startup, laboratori.
È l’obiettivo di Noi Techpark Alto Adige di Bolzano, che apre il 20 ottobre. «Il nuovo parco tecnologico ai piedi delle vette altoatesine vuole essere un esempio di come un territorio autonomo possa offrire opportunità a tutto il paese», commenta Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano. a crederci è stata proprio la Provincia che ha investito sul progetto oltre 100 milioni di euro, che raddoppieranno grazie con l’investimento privato. «Molte aziende internazionali — continua — stanno insediando i loro laboratori di ricerca e sviluppo in Noi Techpark per innovare quattro aree: green, food, Ict&automation, tecnologie alpine».
Ancora prima dell’apertura il parco conta 40 startup insediate e 20 imprese innovative italiane che hanno già prenotato lo spazio. Tutte entreranno nel nuovo quartiere entro il 2018. A collocare in Alto Adige i centri di ricerca saranno anche colossi come Huawei, Maccaferri, Leitner, Grandi Salumifici Italiani. La divisione infrastrutture ict di Huawei sta costruendo un Innovation hub in linea con l’accordo con Alperia per sviluppare in Alto Adige un progetto pilota che prevede una rete a banda ultra larga di ultima generazione.
La rete è pensata per fornire servizi digitali evoluti ai cittadini e alle imprese del territorio. L’azienda aprirà anche un nuovo reparto per elaborare e sviluppare infrastrutture Ict nel campo della safe e smart city e dell’Internet delle cose.
Già in progetto è il primo Opera Il Black Monolith (Ivo Corrà)
«distaccamento» del parco, dedicato al settore automotive. Il centro della motor valley altoatesina aprirà entro il 2021 a Brunico in val Pusteria: «Non sarà una struttura decentrata, ma parte vitale del sistema Noi Techpark», chiarisce Kompatscher. La cifra investita dalla Provincia di Bolzano ammonta a 20 milioni, dei 118 ottenuti dall’Alto Adige dal Fondo europeo di coesione territoriale, a cui Roma ha appena dato via libera.
Se si confronta il tasso di occupazione l’Alto Adige è uno dei territori europei in cui il settore della componentistica per auto è più presente. Garantisce il 50% dell’export locale e dei progetti di ricerca finanziati e ha un indotto con 10.000 collaboratori.
Non solo aziende all’interno del parco che mette in relazione imprenditoria e ricerca pura: basti pensare che l’Università di Bolzano metterà in campo dieci team di ricercatori specializzati in diversi settori.
Tra le attività dei laboratori rientreranno ricerche per migliorare l’assetto in sicurezza dei trattori impiegati nell’agricoltura di montagna o quelle sugli involucri nell’edilizia o, ancora, l’utilizzo di impianti pilota per sviluppare nuovi prodotti alimentari. Eurac Research si occuperà per esempio di ricerca applicata: oltre a Terra X, laboratorio che sarà in grado di simulare condizioni climatiche estreme e replicare pressione, temperatura, vento, aria presenti fino a novemila metri di altitudine, i suoi laboratori all’aperto testano sistemi fotovoltaici integrati in edifici e reti elettriche e sistemi di teleriscaldamento di nuova generazione.
Le finalità Kompatscher: «Non vogliamo che sia una struttura decentrata: sarà parte del sistema»
Il centro di ricerca gestirà altri tre laboratori indoor dedicati alle tecnologie solari e all’efficienza energetica; a questi si aggiungeranno nel corso del 2018 un nuovo banco di prova per pompe di calore e un laboratorio per studiare l’interazione tra facciate multifunzionali e comfort interno.